Grimaldi: questa sentenza è indigeribile, oggi mangiamo questa minestra ma domani definiamo criteri stringenti di autorizzazione di questa pratica

brevi, diritti, Idee, Regione, sanità TAGS / libertà di pasto, mensa, panino da casa, piemonte, refettorio, scuola, torino admin 13 settembre 2016

Oggi in aula l’Assessora Pentenero ha rispoto all’interrogazione urgente del Capogruppo di SEL Marco Grimaldi sull’entrata in vigore del regime misto per i pasti nelle scuole piemontesi.
Come noto, lunedì alla riapertura, le scuole si sono trovate per la prima volta a fronteggiare l’introduzione del diritto al pasto da casa, anche se – stando alle dichiarazioni dell’Assessora Patti – a Torino il “regime misto” dovrebbe cominciare ufficialmente in data 3 ottobre per le scuole attrezzate e che avranno censito entro il 26 settembre gli alunni che intendono ritirarsi dal servizio mensa.
La questione della “libertà di pasto” va avanti in Piemonte dal 2013, quando il ricorso di numerosi genitori di una scuola primaria torinese contro l’aumento delle tariffe della refezione avviò il dibattito. Oggi, dopo diverse vicende giuridiche, si tratta per le scuole e le istituzioni di applicare la sentenza con cui la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione del Tribunale di Torino, affermando che il tempo trascorso in mensa fa pienamente parte dell’offerta didattica. 

Dopo una prima interpretazione restrittiva della sentenza della Corte, secondo cui il diritto al pranzo al sacco sarebbe stato garantito solo ai bambini delle cinquantotto famiglie che avevano fatto ricorso, successivamente il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale ha riconosciuto il pasto da casa come un diritto di tutti gli studenti. Oggi il Tribunale di Torino si è pronunciato avallando questa lettura. 

“È chiaro che le sentenze vanno rispettate” – dichiara Grimaldi. – “Detto ciò, è compito della Regione evitare che la loro applicazione metta in discussione l’universalità del servizio mensa, così come garantito all’interno della nostra Regione, perché sappiamo bene che l’introduzione del regime misto pone alle scuole problemi igienico-sanitari e logistici di difficile soluzione, oltre a sollevare questioni etiche, legate al rischio di produrre discriminazioni e separazioni fra bambini che dovrebbero godere degli stessi diritti e degli stessi servizi, sperimentando la socialità e la convivialità. Gli spinaci bolliti non hanno mai fatto male a nessuno, mentre l’arroganza e l’apprensione di certi genitori ahimè molto di più. È paradossale che a chiedere l’esenzione dalla mensa siano spesso le famiglie più abbienti, che rifiutano di pagare la quota adeguata al loro reddito che consente il mantenimento del servizio per tutti. A livello nazionale bisognerebbe intervenire per definire criteri stringenti di autorizzazione di questa pratica”.

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