Il “bazooka” di Cirio? Un giocattolo buono per stare in casa.
Regione, solidarietà admin 19 maggio 20204 maggio 2020
Il “bazooka” di Cirio è un giocattolo buono per stare in casa. Per la fase 2 ci vorrebbero più idee, visto che i soldi sono pochi. Oggi in Commissione era programmata la presentazione del testo del “Riparti Piemonte”, che invece non c’è. Per questo ho chiesto di sospendere la seduta e aggiornarci a mercoledì. La disponibilità c’è quando i patti sono chiari, altrimenti la pazienza rimane a casa con la mascherina.
Nel merito: a chi si deve rivolgere il nostro intervento? A coloro che sono rimasti esclusi in parte o del tutto dalle misure di sostegno: ai bar e ai barbieri, ai centri sportivi, alle attività di somministrazione gestite dalle associazioni di promozione sociale, ai luoghi dallo spettacolo dal vivo, ai circoli Arci e a tanti altri soggetti del mondo della cultura e dell’intrattenimento pesantemente colpiti dalla crisi. Ai servizi educativi e per l’infanzia, lanciando anche delle sperimentazioni per la fase 2: apriamo i cortili delle scuole, organizziamo in sicurezza i centri estivi. Da oggi molti genitori torneranno al lavoro e la gestione dei figli ricadrà totalmente sulle loro spalle: siamo davvero sicuri che avere frotte di baby sitter e nonni che ogni giorno si spostano da una casa all’altra sia meno pericoloso di immaginare una parziale riapertura dei servizi? Siamo consapevoli che la scelta di rinunciare al rientro al lavoro per mancanza di alternative ricadrà per l’ennesima volta soprattutto sulle donne?
Poi: dove sono le risorse aggiuntive per il sostegno all’affitto degli inquilini? Senza uno stanziamento straordinario, le famiglie che non hanno la fortuna di vivere in una casa di proprietà non reggeranno alla prolungata sospensione delle attività. E le misure per gli indigenti, che hanno bisogno di aiuti alimentari e di molti altri beni di prima necessità? Crediamo davvero che bastino 250mila euro? Il ‘bonus Piemonte’ è una misura complessiva da 88 milioni: o se ne trovano di più o si fa in modo di distribuirli a tutte le categorie. Se i più bisognosi resteranno di nuovo esclusi il bazooka sarà una pallottola spuntata.
Nel lockdown non siamo riusciti a mettere in sicurezza chi lavorava. Oggi ripartono in Piemonte più di 239mila attività, solo a Torino tornano al lavoro circa 80mila persone. Il “Riparti Piemonte” deve contenere idee e la fase 2 deve significare da un lato garantire le distanze fisiche e abbattere le distanze sociali, dall’altro anticipare alcune riflessioni sul futuro: allargare alla platea più ampia possibile lo smart working è un’opportunità per sperimentare orari ridotti a retribuzione invariata. E ridurre gli orari di lavoro è un obiettivo che avremmo dovuto porci prima e a prescindere da questa emergenza, anche per accompagnare un altro tema, che la questione dei servizi per l’infanzia rende lampante: serve un cambiamento radicale sulla genitorialità, che porti l’indennità di maternità al 100% e il congedo di paternità a 3 mesi, esteso anche ai dipendenti pubblici. Solo comprendendo ora tutto questo impediremo che un’epidemia ci riporti indietro sul terreno dei diritti.