Cirio, dolcetto o scherzetto?

cultura, diritti, Idee, istruzione, Regione, sinistra, solidarietà TAGS / borse di studio, dsu, edisu, Marco Grimaldi, piemonte, Regione Piemonte, studenti admin 31 ottobre 2019

dolcettocota

Perché la destra piemontese non cambia maschera e cadrà sui soliti errori. Perché vogliamo l’immediato ritiro della delibera sull’assegnazione a Edisu e il ripristino del 100% dei fondi.

1. Alla nostra maggioranza piace agire nell’ombra: non osa dire che intende tagliare sul diritto allo studio, allora inserisce una frase sibillina in una delibera di Giunta e così dimezza l’assegnazione di fondi all’Ente per il Diritto allo Studio, all’oscuro dell’Edisu stesso, degli Atenei e di tutto il Consiglio Regionale.

2. E quando la verità viene fuori, come si comporta? Strumentalizza l’Ente, mettendone in discussione l’efficienza, sostenendo di doverlo ‘responsabilizzare’ e così cercando di scaricare su Edisu la metà mancante dello stanziamento, mostrando di non sapere che l’avanzo di bilancio è vincolato e non può essere destinato alle borse, se esistono altre spese obbligatorie da estinguere (appalti e stipendi in primis) e investimenti.

3. La maggioranza, però, finge di ignorare che quest’anno la spesa per le borse di studio potrebbe arrivare per la prima volta a quasi 50 milioni (circa 48), mentre la spesa per i servizi è di poco meno di 22 milioni e i costi di gestione sono superiori a 6 milioni (senza tener conto di circa 9,5 milioni di investimenti in conto capitale). Alla luce di ciò è chiaro che, oltre ai 26 milioni di euro regionali, ai 15 delle tasse e ai circa altrettanti provenienti dallo Stato, serviranno in assestamento ulteriori risorse, non certo una loro riduzione.

4. Cosa c’è sotto la maschera? La verità è che si comincia con la riduzione per poi lanciare il vero piano diabolico: restringere i criteri di definizione degli idonei e di assegnazione delle borse.

5. Più merito! Hanno tuonato. La borsa non si dà a chi bivacca all’università e colleziona 18! Quindi, a quanto pare, i 14mila idonei di quest’anno non sarebbero “capaci e meritevoli”, ma parassiti accampati nelle nostre facoltà.

6. La nostra destra è ignorante o ha la memoria corta: esiste dal 2001 un Dpcm nazionale che stabilisce i criteri economici e di merito per l’assegnazione della borsa, che viene revocata agli studenti iscritti al primo anno che non abbiano conseguito almeno venti crediti, così come a chi non rispetti la soglia minima di crediti richiesti negli anni successivi. Una norma che tutte le Regioni hanno sempre rispettato tranne una: il Piemonte di Cota, punito dalla riduzione dei contributi dello Stato e dai ricorsi dei tantissimi idonei rimasti senza borsa.

7. E perché mai gli idonei aumentano? Si domanda la maggioranza. Perché dal 2015 la maggioranza di centrosinistra ha ridato a tutti gli idonei la borsa di studio, e comunque non certo perché si è chiuso un occhio sul merito, semmai perché quasi tutte le Regioni, nell’anno 2018/2019, hanno applicato la soglia massima di ISEE e ISPE consentita dallo Stato per l’accesso al sussidio. Più welfare quindi. Ecco perché l’aumento degli idonei sugli iscritti in Piemonte non è superiore alla media italiana.

8. La destra, però, è convintissima che qui in Piemonte le università diano la laurea un po’ a chiunque, attirando frotte di giovani approfittatori. E invece no; la nostra regione è penultima del Nord Italia per numero di laureati: il 30,4% contro il 34,4% di Emilia e Friuli, il 33% della Lombardia, il 32% del Veneto.

9. Soprattutto, la destra è convinta che l’Italia regali borse di studio, sfigurando a confronto della meritocratica e iper selettiva Europa. Invece, la percentuale di borsisti in altri importanti Paesi europei è molto più alta che da noi: in Italia sono l’11% degli studenti, in Germania il 22%, in Spagna il 28%, in Francia il 38%. Chissà come mai infatti migliaia di studenti italiani fuggono all’estero…

10. Eppure l’angoscia è un’altra: assegnare la borsa di studio “prima agli italiani”. Come commentare? Non solo per queste persone il valore universale dell’istruzione non significa nulla, ma riescono a respingere anche l’immigrazione qualificata.

Insomma, il travestimento è già visto, degno di un B movie che vorremmo non andasse più in onda.

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