Mense scolastiche, Grimaldi (LUV): La Regione introduca la mensa fra le spese del diritto allo studio coperte dai voucher

cultura, diritti, Idee, istruzione, lavoro, Regione, sinistra TAGS / mensa, voucher scuola admin 6 settembre 2019

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L’inizio della scuola è stato quest’anno un brusco risveglio dopo l’estate. Non solo per il caos dei tanti, troppi insegnanti che mancano, ma soprattutto per le difficoltà di molte famiglie di sostenere le spese.

Purtroppo, il numero di chi non si può permettere i libri di testo cresce: 300 euro è la cifra minima di spesa, uno scoglio insormontabile per moltissime famiglie. I presidi hanno lanciato l’allarme, segnalando che addirittura il 10-15% degli studenti si presentano a scuola senza libri. Molti istituti si vedono costretti ad attivare il prestito d’uso.
Nella scorsa legislatura, grazie a una proposta del consigliere Grimaldi, si è riusciti a introdurre nella legge regionale del 2007 il principio per cui il “contributo” si deve rivolgere innanzitutto alle fasce più deboli (togliendo, nel caso delle scuole paritarie, il fastidioso principio per cui “chi spende di più prende di più”), ecco perché le domande per la graduatoria relativa ai voucher per l’acquisto di libri e altri materiali scolastici sono cresciute, ed ecco perché le fasce più alte non hanno più goduto del contributo regionale per l’iscrizione nelle scuole paritarie.
Quest’anno i beneficiari di assegno sono 42mila, di cui 39mila domande accolte per acquisto di libri, materiale didattico, trasporti e dotazioni tecnologiche, e 2928 per le rette delle scuole private. Tuttavia le richieste per la graduatoria che riguarda i voucher sono ogni anno molte di più di quelle che la Regione soddisfa, tanto da generare una Fascia C: il limbo di chi avrebbe diritto al bonus perché ha un Isee basso, ma non avrà nulla perché i fondi sono limitati.
“Sono necessarie maggiori risorse, ma non solo” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi Marco Grimaldi – “Vorrei rilanciare: sono convinto che la legge andrebbe rivista anche per inserire fra le spese coperte dal voucher quella per la mensa scolastica. Se crediamo che il diritto a una sana e buona alimentazione sia fondamentale anche dal punto di vista educativo, dobbiamo intervenire su questo punto.
La legge regionale inserisce la mensa fra gli ambiti del diritto allo studio, ma lascia l’organizzazione del servizio alla competenza dei comuni e il suo finanziamento alle risorse da destinare agli enti locali. Si tratta invece di sancire che la Regione ha il dovere di contribuire direttamente alle spese per le mense delle famiglie meno abbienti, esattamente come avviene per le rette, i libri e i trasporti. Ecco perché abbiamo già preparato un semplicissimo testo di modifica.
L’ultima sentenza della Cassazione sull’annosa vicenda del ‘panino’ ha ribaltato le pronunce precedenti che ammettevano il diritto al pasto da casa” – conclude Grimaldi. – “Per noi è una vittoria del principio di uguaglianza e della comunità che la scuola rappresenta, ma perché lo diventi fino in fondo il pubblico deve garantire un servizio gratuito, di qualità, diversificato, accogliente per tutti e tutte”.

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