Sopralluogo dei deputati Gribaudo, Rizzo Nervo (PD) e del Consigliere regionale Grimaldi (LUV) al CPR di Torino. Grimaldi: “condizioni della struttura inaccettabili. Ho riferito alla Procura tutto ciò che ho visto stamattina”.

diritti, Idee, Regione, sinistra, solidarietà TAGS / Cie, corso brunelleschi, cpr, Marco Grimaldi admin 15 luglio 2019

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Da anni ormai visitiamo il CIE (ora CPR) per monitorare le condizioni dei detenuti, nella convinzione che tali strutture vadano superate per molte ragioni.

Il nostro sopralluogo di oggi ha rilevato numerose criticità. I detenuti sono 158 (su una capienza di 161) e in queste giornate caldissime vivono con l’impianto di raffreddamento rotto e i condizionatori del raffrescamento centrale non attivi. Trascorrono nel centro da 45 a 180 giorni e il 20% viene da una precedente detenzione in carcere.

I numeri dell’organico sono totalmente insufficienti: vi è stata una riduzione che ha dimezzato gli operatori (4 dell’ente gestore di cui 2 notturni), accompagnati da esterni per l’assistenza primaria alla persona, la lavanderia, l’assistenza medica (grazie ai rapporti con l’Ospedale Martini), la consegna pasti e la spesa.

I mediatori di assistenza sociale, psicologica e legale sono stati ridotti drasticamente; l’ambulatorio medico che fino al 31 dicembre era aperto 24 ore al giorno, oggi ne garantisce solo 6; gli infermieri, da 9 per 180 persone, sono diventati 4 per 210; le ore di assistenza legale sono passate da 72 a 16.

Il fatto che Hossain Faisal, giovane bengalese senza fissa dimora segnato dalla vita di strada e da difficoltà psicologiche e comportamentali, sia morto per cause naturali non rende il fatto meno drammatico: un uomo è stato ritrovato al mattino privo di vita dopo più di 20 notti trascorse al caldo di una struttura inospitale come l’ospedaletto.

Ho fiducia nel lavoro di indagine della Magistratura, dalla quale mi sono già recato per fornire alla Procura elementi notati durante la visita e che ritengo possano essere rilevanti.

Resta il fatto che, fino a quando lo Stato non chiuderà queste strutture come chiediamo da anni, suo dovere è quello di mettere a disposizione le professionalità, che, per esempio, esistono nelle carceri, e le dotazioni necessarie a renderle luoghi dignitosi.

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