Piemonte, Imu: Il Comune si fermi e non vanifichi le misure di sostegno all’abitare e contrasto alla povertà

Idee admin 26 marzo 2019

13/06/2017 - Aula Consiliare - X Legislatura - Marco Grimaldi

Oggi in aula l’Assessore Ferrari ha risposto all’interrogazione urgente del Capogruppo di LeU Marco Grimaldi sull’aumento dell’aliquota IMU per i contratti di locazione a canone agevolato da parte del Comune di Torino.

Proprio un anno fa, per costruire un sistema di politiche più adeguato all’evoluzione dei bisogni sociali, la Regione ha approvato la Strategia per lo sviluppo di comunità solidali, ponendo al centro del progetto l’edilizia sociale. Punto fondamentale della programmazione è stata l’individuazione di 30 distretti della coesione sociale, coincidenti per quanto riguarda i servizi sanitari, le politiche sociali e attive del lavoro e, appunto, le politiche per l’abitare.

A febbraio di quest’anno la Regione ha predisposto una ricerca che analizzasse e rivedesse la mappa del rischio disagio abitativo per tutti i Comuni del Piemonte. La rilevazione vede ai primi posti, nell’ordine, Torino, Novara, Alessandria e Asti, Vercelli, Cuneo, Moncalieri, Biella, Casale Monferrato e Collegno. Per ogni distretto, individuato un Comune capofila, si prevede la creazione di uno sportello casa che sappia supportare le famiglie nella scelta del percorso di sostegno più consono alle loro esigenze.

Grazie a queste politiche, famiglie in difficoltà e aventi un Isee pari o inferiore a 26.000 euro potranno rivolgersi alle (Aslo) Agenzie sociali per la Locazione e recarsi al Comune di appartenenza per stipulare un contratto di locazione con un soggetto privato a canone calmierato. Si prevede così di offrire, con 2 milioni di euro, una soluzione abitativa a 500 famiglie all’anno, abbattendo di circa 1/3 il canone al quale sarebbero soggette.

Tuttavia, in contrasto con gli indirizzi regionali, l’Amministrazione comunale torinese ha annunciato di voler aumentare l’aliquota IMU prevista per i contratti di locazione a canone agevolato, uno dei pochi strumenti a disposizione per calmierare il mercato degli affitti privati, utile a contrastare il problema del disagio abitativo nella nostra città. Una scelta che rischia di vanificare il lavoro svolto da anni dai sindacati inquilini e dalle associazioni dei proprietari che, di concerto con gli uffici del settore ERP e l’Assessorato alle politiche sociali del Comune, ha portato al rinnovo dell’accordo territoriale che definisce le linee guida e i parametri per i contratti a canone agevolato, conciliando gli interessi reciproci di proprietari e inquilini.

Secondo le dichiarazioni dell’Assessore Ferrari, in seguito all’interrogazione di Grimaldi è stata avviata un’interlocuzione con il Comune, che avrebbe manifestato l’intenzione di rivedere la scelta.

“Il dieci per cento delle case di Torino sono vuote: si tratta di poco meno di 60 mila alloggi non abitati da tempo, per la precisione 58 mila 419 case vuote” – dichiara Grimaldi. – “La Città dice di stare dalla parte degli ultimi, ma cerca di fare cassa sulle politiche per la casa. Ridurre la convenienza fiscale scoraggia i proprietari a utilizzare i contratti a canone agevolato e indebolisce le nostre misure di contrasto alla povertà. È l’ultima interrogazione che presentiamo in questa legislatura, ma non significa che lasceremo che si compia tale ingiustizia. Auspichiamo che il Comune torni sui suoi passi”.

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