THINK DIFFERENT, PAY IN ITALY.

creatività, Eventi, Idee, iniziative, lavoro, sinistra TAGS / elusione, evasione fiscale, isole del tesoro, paradisi fiscali, Tasse, Tax ruling admin 24 maggio 2017

Mela quadrata bianca

THINK DIFFERENT, PAY IN ITALY.

Perché pagano meno di noi?
Contro l’elusione fiscale delle multinazionali dell’economia digitale

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Giovedì 1 giugno // ore 18,00
Area pedonale di via Roma angolo via Bertola, Torino
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Da oggi parte la campagna di Italiana “Think different, pay in Italy. Perché pagano meno di noi?”, che si inserisce all’interno della mobilitazione “Robin Hood, i giorni della redistribuzione”, che vedrà l’organizzazione impegnata ogni primo del mese davanti ai luoghi simbolo della diseguaglianza e dell’elusione fiscale.

Cominceremo il 1 giugno a Torino, in collaborazione con Possibile, con un’iniziativa in via Roma in cui interverranno Marco Grimaldi (Segretario regionale SI), Misha Maslennikov (Oxfam Italia), Elly Schlein (europarlamentare, Possibile) e Nicola Fratoianni (Segretario nazionale SI).

Secondo le stime di Oxfam International, il costo annuale dell’elusione fiscale delle multinazionali a danno dei Paesi in tutto il mondo ammonta a duecentoquaranta miliardi di dollari.

Secondo altre valutazioni, la perdita totale per gli Stati dell’Unione Europea derivante da pratiche di evasione ed elusione da parte di singoli e multinazionali ammonterebbe a quasi mille miliardi. Le pratiche di abuso fiscale di individui e grandi corporations rappresentano inoltre un elemento di rafforzamento delle disuguaglianze, a livello nazionale e internazionale, e fanno perdere ai Paesi poveri 170 miliardi di dollari l’anno in entrate di cui hanno disperatamente bisogno.

Recenti scandali, come Panama Papers e Luxleaks, hanno portato di fronte agli occhi dei cittadini europei la gravità e l’enorme dimensione dei fenomeni di evasione ed elusione fiscale, che aumentano le disuguaglianze, sottraggono risorse necessarie agli Stati per investimenti e servizi pubblici e alimentano una situazione di concorrenza sleale verso le imprese oneste e responsabili.

Questa situazione riguarda in maniera evidente alcune grandi multinazionali dell’economia digitale. I rapporti di UE, OCSE ed enti indipendenti dicono che tali imprese versano in Italia meno dello 0,1% di tasse, a fronte di un mercato del digitale che vale più di 11 miliardi, in cui sono egemoni.

Significa che di fatto a pagare le tasse siamo noi lavoratori, partite IVA, piccoli e medi imprenditori, che non possiamo spostare la nostra sede legale o fiscale all’estero.

Perché loro pagano meno di noi?

Perché queste aziende utilizzano meccanismi di elusione fiscale, per esempio attraverso forme di “tax ruling” e società di facciata dislocate nei cosiddetti “paradisi fiscali”, che non sono solo località lontane (come Panama, le isole Cayman o le Bermuda) ma anche Paesi che fanno parte della nostra stessa Europa (per esempio Regno Unito, Irlanda, Lussemburgo, Olanda e Malta).

Sinistra Italiana chiede che l’UE istituisca al più presto l’obbligo per le multinazionali di rendicontare pubblicamente le tasse che pagano Paese per Paese nelle giurisdizioni in cui sono presenti e norme comuni per la tassazione delle imprese.

Chiede che i governi europei devono inoltre definire sanzioni efficaci contro i paradisi fiscali e contro le imprese che vi sono stabilite e smettere di competere tra di loro abbassando artificialmente le tasse per singoli e multinazionali, per sottrarre proventi fiscali ad altri Paesi. In questo senso l’Italia ha offerto recentemente un esempio molto negativo: la vergognosa “Flat tax” introdotta dal governo italiano per i residenti stranieri ad alto reddito, una misura profondamente sbagliata, dannosa per i normali contribuenti e sleale verso gli altri Paesi e i partner europei.

Sinistra Italiana chiede infine che i redditi di impresa delle multinazionali del digitale siano tassati nei Paesi in cui vengono generati, per esempio attraverso una “web tax” o “digital tax”, che farebbe recuperare all’Italia fra i 2 e i 3 miliardi di euro.

Vi aspettiamo il 1 giugno, per dire: “think different, pay in Italy!”

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