inguaribile non vuol dire incurabile

diritti, Idee, Regione, sanità TAGS / assegni cura, Regione Piemonte, sanità admin 5 maggio 2016

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La signora B. N. è malata di demenza senile, incapace di programmare il proprio presente e il proprio futuro, non può essere lasciata sola un momento, deve essere accudita 24 ore su 24. Per lei è stata avanzata, dopo la visita dell’Unità di valutazione geriatrica (Uvg), istanza di erogazione delle cure domiciliari, che a oggi non sono state concretamente erogate dall’Asl To3. Alle necessità socio-sanitarie della signora provvede la figlia (senza esservi obbligata da alcuna norma, pertanto con una attività di impegnativo e usurante volontariato intrafamiliare). Ogni mattina la aiuta nello svolgimento di un quarto d’ora di ginnastica riabilitativa, la accompagna in bagno per il cambio del pannolone e la necessaria igiene personale delle zone intime e applicazione di pomata antipiaghe. Per mangiare la signora N. B. deve essere aiutata, spesso imboccata, con cibo preparato e di facile fruizione e bisogna farla bere per evitare la disidratazione. La famiglia si occupa inoltre della somministrazione di tutte le terapie necessarie su prescrizione del medico. Per la notte ha letto con le sbarre contenitive ma non può essere lasciata da sola perché spesso si sveglia e vuole alzarsi, si scopre e si sveste, urla. Per l’Asl To3 la signora N. B. non è abbastanza malata?

Per noi la vicenda è chiara: la Regione Piemonte deve riconosce l’attività dei familiari, che sono disposti a continuare a prendersi cura della parente a domicilio con un aiuto economico dell’Asl (il cosiddetto “assegno di cura”) e che oggi sono costretti a farlo senza sostegno del Servizio sanitario nazionale.

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Questa storia è stata raccontata Coordinamento Sanità e Assistenza fra i movimenti di base (CSA).
Noi sosteniamo le loro battaglie, perchè inguaribile non vuol dire incurabile, perchè gli assegni di cura costano anche meno dei ricoveri in ospedale e nelle RSA.

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