Benzinai d’odio.

diritti, Idee, Regione, sinistra admin 12 giugno 2015

blak withe

Una ragazza disabile viene tenuta sequestrata per 30 ore e violentata da tre uomini. Un reato efferato, cui segue dopo qualche giorno l’arresto dei responsabili. Che altro accade? Su proposta di un amministratore locale della destra torinese (del quale non voglio riportare il nome) viene indetta a Torino una fiaccolata di apparente solidarietà alla vittima.

Ho l’impressione che la violenza sulle donne c’entri poco con tutto ciò. Nessuno di noi rammenta gli stessi personaggi quotidianamente al fianco delle donne vittime di violenza (quasi 7 milioni secondo i dati Istat del 2015, di cui il 20,2% ha subito violenza fisica, il 21% sessuale e il 5,4% stupri e tentati stupri: 652 mila stupri e 746 mila tentati stupri). L’amministratore che ha lanciato l’iniziativa sostiene poi che “alle figlie dei progressisti che vivono in centro queste cose non accadano”. Vorrei rammentare a lui e a tutti i benzinai d’odio che in Italia circa il 90% degli stupri è commesso da italiani e il 62,7% da un partner attuale o precedente. Che facciamo consigliere sgomberiamo le famiglie?

“Castrazione chimica!”, “Sgombero!”, “Immediata espulsione degli stranieri!”, “Ruspe”. Ecco di che cosa stiamo parlando. Ecco scatenarsi il consueto pogrom verbale che qualche anno fa è divampato (in quel caso per un’accusa falsa di stupro) ed è arrivato a bruciare la Continassa.

La cosa più grave è che questi “due minuti d’odio” non provengono dall’incontrollabile giungla di imbecilli che sarebbero i social media secondo Umberto Eco, ma giungono dalle bocche dei rappresentanti istituzionali dell’estrema destra italiana: Roberto Calderoli, Giorgia Meloni, Roberto Cota, Matteo Salvini. Dalle loro bocche il retweetting è breve e giunge sulle pagine di tutti i giornali, attraverso tutti gli schermi nelle case delle persone.

Sarebbe allora bello che anche gli organi di informazione ‘tradizionali’ facessero uno sforzo per ospitare dibattiti politici più seri, oltre al delirio rabbioso di personaggi tanto imbecilli da pensare ancora che l’africano sia delinquente per natura, stupratore per manifesta inferiorità razziale, come il musulmano terrorista per fede.

Perché sotto gli strati dei messaggi ambigui (“troppi soldi agli immigrati e nessuno agli italiani”, “c’è razzismo al contrario contro i cittadini”, “l’immigrazione porta l’Isis”, “aiutiamoli a casa loro”, “fermiamo le morti in mare distruggendo i barconi”) c’è un cuore nero di puro e semplice razzismo.

Gli organi di informazione aiutino tutti a capire, e la politica e il mondo intellettuale battano un colpo, dicano qualcosa a proposito. Non è più tempo di comprendere il disagio di chi “non sono razzista.. però (sono troppi, delinquono, stuprano, rubano il lavoro, sono sporchi, etc.)”.

Chi dimentica che i reati in sé sono sempre compiuti da singole persone e non da un’etnia, che la responsabilità penale è, per legge, individuale, non è uno smemorato. E’ semplicemente un rivenditore del franchising dell’odio.

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