Piemonte: fuori dal patto, fuori dal fango!

Idee, Regione, sostenibilità TAGS / alluvioni, dissesto, fango, pioggia, suolo admin 18 novembre 2014

image
Un recente rapporto del Corpo forestale dello Stato ci restituisce un ritratto impietoso del territorio italiano: oltre 6.600 comuni – l’82% del totale e il 10% della superficie della penisola – situati in aree a elevato rischio idrogeologico. E il Piemonte è una delle regioni maggiormente caratterizzate da un equilibrio idrogeologico delicato: circa il 12,7% della popolazione piemontese risiede in zone a elevato rischio, che rappresentano il 12,2% della superficie totale (si pensi che la provincia di Torino è seconda solo a quella di Napoli per popolazione residente in aree ad alto rischio).
Tuttavia, gli ultimi governi nazionali hanno sistematicamente ridotto gli investimenti per la messa in sicurezza del territorio e interrotto i lavori per un’aggiornata carta geologica. Usiamo ancora quella voluta da Quintino Sella nel 1862! Il 60% del territorio non è mappato.

Di fronte a questo quadro drammatico, siamo contenti che il Presidente Chiamparino abbia ascoltato il nostro consiglio e chiesto esplicitamente che agli amministratori sia permesso di sforare il Patto di Stabilità interno per le opere di messa in sicurezza del territorio. Oggi, finalmente, l’apertura del Governo nei confronti dei territori alluvionati, con l’annuncio di un allentamento del Patto.

Ora serve un passo ulteriore. Le regioni hanno stimato un fabbisogno di 40 miliardi di euro per la messa in sicurezza del territorio: trovarli dovrebbe essere l’impegno del Governo, se intende dare concretezza agli Stati Generali sul dissesto idrogeologico.
Trasferire i fondi destinati al Terzo Valico sugli interventi necessari per far fronte ai danni provocati dall’alluvione sarebbe ad esempio un buon modo di utilizzare le risorse.

Per quanto riguarda noi, non possiamo attendere: per questo la maggioranza ha presentato una mozione che chiede alla Giunta di erogare immediatamente le risorse regionali per gli interventi di emergenza fuori dai vincoli imposti dal Patto, rivedere il Piano Regionale Strategico delle opere di difesa, con riguardo sia allo stato idrogeologico territoriale sia alla rete idrografica regionale, e affrontare il tema dell’assetto idrogeologico in relazione al consumo e all’impermeabilizzazione di suolo, anche, se necessario, con una nuova legge regionale sul consumo di suolo, che tra il 1960 e il 2009 è aumentato nella nostra regione del 74%, a fronte di un incremento della popolazione solo del 16%.

E’ tempo di invertire la rotta di un’austerità che sottrae diritti e mette a rischio la tutela del territorio e la vita delle persone.

Share on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Email this to someone