Casa: l’emergenza non è finita.

diritti, Idee, lavoro, Regione, solidarietà admin 22 settembre 2014

emergenza casa 2

Tutti sappiamo quanto è stata drammatica la recessione in Piemonte: il bilancio del 2013 è impietoso. Stiamo parlando di una regione in cui, tra il 2007 e il 2010, secondo dati Ires, la crisi economica si è portata via il 10,5% delle industrie, investendo tutti i tipi di azienda: quelle con un solo addetto, calate del 9%, le medie, il cui numero è sceso del 12%, e le imprese con oltre 250 addetti, ridotte del 12,2%. La perdita effettiva di aziende, al netto cioè dei cambi di settore, è di 7.858 realtà.

Da questi dati è partito il lavoro della maggioranza che ha portato alla stesura di una mozione che verrà discussa domani in Consiglio durante l’approvazione della riforma delle A.T.C..

Nell’anno appena trascorso (dati dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro della Regione Piemonte, 2013) le ricadute del fenomeno recessivo si sono abbattute con forza su un mercato del lavoro provato da una congiuntura negativa così prolungata e in cui, in apparenza, va cedendo il baluardo eretto a difesa dell’occupazione, ossia il ricorso massiccio alla Cassa Integrazione. Dati recentissimi ci dicono che alla data del 30 giugno la CIGS (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria) in Piemonte riguardava 484 aziende/unità produttive con 32.995 lavoratori coinvolti; la cassa in deroga 28mila lavoratori; difficile fare una stima attendibile sui lavoratori coinvolti dalla ordinaria, ma i dati dell’Inps al dicembre 2013 parlano di 52.495.392 ore di cassa: meno del 2012, del 2010 e del 2009. Laddove il ricorso alla cassa integrazione diminuisce, emerge soprattutto la costante erosione della consistenza occupazionale: in pratica, inizia a scarseggiare la “materia prima”, ovvero ci sono meno occupati da porre in GIC e quelli che ci sono lavorano con modalità sempre più precarie e discontinue, tali per cui i periodi di non lavoro semplicemente non sono coperti da nulla.

Questo quadro mostra come sia sempre più indispensabile una “riforma degli ammortizzatori sociali a carattere inclusivo e universale”, che estenda il sostegno al reddito anche ai precari e a tutte le tipologie contrattuali subordinate e parasubordinate.

Sono tante le famiglie che in Piemonte vivono una situazione di particolare difficoltà. Il perdurare della crisi economica, con gli effetti sopra descritti, ha determinato un calo di reddito dei nuclei famigliari. Spesso, alla perdita del posto di lavoro segue in breve tempo quella della casa a causa degli sfratti per morosità, che nel 2013 hanno subìto un’ulteriore crescita rispetto al 2012, anno in cui si era già registrato un forte aumento rispetto al precedente. Per intendersi: nel corso dell’anno 2013 vi sono state, presso il solo Tribunale di Torino, quasi quattromila procedure esecutive, la gran parte di esse (oltre 3800) riconducibili a casi di morosità del conduttore, determinate in misura notevole dalla diminuzione o perdita della capacità reddituale subìta dalle famiglie in conseguenza diretta e indiretta della perdurante crisi economica.

In questi mesi, la nuova Giunta Regionale ha assunto l’impegno di intervenire con misure straordinarie per ridurre il disagio abitativo, favorendo, nell’ambito delle procedure di convalida del provvedimento di rilascio forzato dell’immobile, la ricerca di soluzioni concordate tra conduttore e proprietario per salvaguardare, quando possibile, il mantenimento dell’alloggio.

Ricordo con orgoglio che il 21 gennaio 2013, con l’approvazione all’unanimità di una mozione da noi presentata, la Città di Torino ha costituito il primo Fondo Salvasfratti, dell’importo di 1.000.000 di euro, finalizzato a realizzare misure di sostegno abitativo alle famiglie che hanno subìto una diminuzione della capacità reddituale a seguito di un evento documentabile intervenuto a partire dal 01 gennaio 2011.

Manca tuttavia una misura regionale in tal senso. Per questo, con una mozione presentata in Consiglio Regionale da me e dalla consigliera del PD Nadia Conticelli, molti consiglieri della maggioranza chiederanno l’istituzione di un fondo “Salva Sfratti” regionale, per trasformare la sperimentazione sopra citata in una politica su scala più ampia. Non solo: innanzitutto è fondamentale che la Regione confermi le risorse che finanziano il Fondo Locare e il fondo sociale per le morosità incolpevoli (Legge Regionale 3/2010), da un lato, e dall’altro intervenga nei confronti del Governo per ottenere il ripristino del Fondo nazionale per il sostegno alla locazione. In seguito occorre verificare insieme alle ATC e ai comuni piemontesi le condizioni di accoglienza temporanea nel patrimonio pubblico e privato disponibile, a sostegno dell’emergenza abitativa. Infine presentare entro 60 giorni una delibera d’indirizzo sull’emergenza abitativa, che preveda le linee guida dell’istituzione del fondo (Ammontare del Contributo, Articolazione del contributo in base al reddito, Alternative alla rinegoziazione, Fondo di garanzia) a partire da alcuni requisiti: cittadinanza U.E. o permesso di soggiorno, contratto di locazione di unità immobiliare a uso abitativo regolarmente registrato in territorio piemontese, pendenza di un procedimento di intimazione di sfratto per morosità non ancora convalidato o eseguito, residenza da almeno un anno nell’immobile, documentata situazione di diminuzione della capacità reddituale, possesso di un reddito derivante da regolare attività lavorativa con un valore ISEE non superiore a euro 26.000,00, non titolarità di diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione su immobili, assenza di morosità pregresse nei 3 anni precedenti.

Marco Grimaldi, Capogruppo SEL Consiglio Regionale del Piemonte

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Al Presidente del
Consiglio regionale
del Piemonte

MOZIONE
ai sensi dell’articolo 18, comma 4, dello Statuto e
dell’articolo 102 del Regolamento interno

trattazione in Aula
trattazione in Commissione

OGGETTO: Misure straordinarie per l’emergenza abitativa e la costituzione del Fondo Salvasfratti regionale

Premesso che:

- La recessione in Piemonte è stata drammatica: tra il 2007 e il 2010, secondo dati Ires, è scomparso il 10,5% delle industrie. Nessun tipo di azienda è stato risparmiato: quelle con un solo addetto sono calate del 9%, il numero delle medie imprese è sceso del 12% e le imprese con oltre 250 addetti si sono ridotte del 12,2%. La perdita effettiva di aziende, al netto cioè dei cambi di settore, è di 7.858 realtà. Di conseguenza, a parte l’agroalimentare, tutte le attività produttive hanno visto scendere la quantità dei lavoratori: del 21,5% per i prodotti in metallo, del 21,2% per il settore legno, carta e stampa, del 18% nel tessile, del 17% nelle apparecchiature elettroniche;
- Nell’anno appena trascorso (dati dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro della Regione Piemonte, 2013) le ricadute del fenomeno recessivo si sono abbattute con forza su un mercato del lavoro provato da una congiuntura negativa così prolungata e in cui, in apparenza, va cedendo il baluardo eretto a difesa dell’occupazione, ossia il ricorso massiccio alla Cassa Integrazione. Dati recentissimi ci dicono che alla data del 30 giugno la CIGS (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria) in Piemonte riguardava 484 aziende/unità produttive con 32.995 lavoratori coinvolti; la cassa in deroga 28mila lavoratori; difficile fare una stima attendibile sui lavoratori coinvolti dalla ordinaria, ma i dati dell’Inps al dicembre 2013 parlano di 52.495.392 ore di cassa: meno del 2012, del 2010 e del 2009. I nuovi iscritti in mobilità a seguito di licenziamento collettivo nei primi 3 mesi del 2014 risultano in calo rispetto al 2013: 3305 nel 2014 contro 3847 del 2013. Gli avviamenti, sempre riferiti al 1° trimestre, in valori assoluti sono in aumento: 135.900 del 2014 contro 132.800 del 2013, ma sono in calo i tempi indeterminati: 28.900 nel 2014 contro i 31.500 del 2013. Laddove il ricorso alla cassa integrazione diminuisce, emerge soprattutto la costante erosione della consistenza occupazionale: in pratica, inizia a scarseggiare la “materia prima”, ovvero ci sono meno occupati da porre in GIC e quelli che ci sono lavorano con modalità sempre più precarie e discontinue, tali per cui i periodi di non lavoro semplicemente non sono coperti da nulla;
- il perdurare della crisi economica, con gli effetti sopra descritti, ha determinato un calo di reddito reddito delle famiglie piemontesi;
- questo quadro mostra come sia sempre più indispensabile una “riforma degli ammortizzatori sociali a carattere inclusivo e universale” che estenda il sostegno al reddito anche ai precari e a tutte le tipologie contrattuali subordinate e parasubordinate.

Considerato che:
- Sono tante le famiglie che in Piemonte vivono una situazione di particolare difficoltà. Alla perdita del posto di lavoro segue in breve tempo quella della casa a causa degli sfratti per morosità, che nel 2013 hanno subìto un’ulteriore crescita rispetto al 2012, anno in cui si era già registrato un forte aumento rispetto al precedente;
- nel corso dell’anno 2013 vi sono state, presso il solo Tribunale di Torino, quasi quattromila procedure esecutive, la gran parte di esse (oltre 3800) sono riconducibili a casi di morosità del conduttore, determinate in misura notevole dalla diminuzione o perdita della capacità reddituale subita dalle famiglie in conseguenza diretta e indiretta della perdurante crisi economica;
- la Regione Piemonte intende promuovere nuove misure straordinarie di intervento per la riduzione del disagio abitativo volte a favorire, nell’ambito delle procedure di convalida del provvedimento di rilascio forzato dell’immobile, la ricerca di soluzioni concordate tra conduttore e proprietario con la finalità di salvaguardare, ove possibile, il mantenimento dell’alloggio in presenza di condizioni che consentano a entrambe le parti di addivenire ad un’intesa per il normale ripristino o per il rinnovo del rapporto di locazione.

Rilevato che:
- In attuazione della Mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale di Torino in data 21 gennaio 2013 (mecc. n. 2013 00275/002), la Città di Torino ha costituito il primo Fondo Salvasfratti, dell’importo di 1.000.000 di euro, finalizzato a realizzare misure di sostegno abitativo alle famiglie che hanno subìto una diminuzione della capacità reddituale a seguito di un evento documentabile intervenuto a partire dal 01 gennaio 2011;
- tale finanziamento è stato fornito dal contributo della Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, entrambe partecipanti con una quota pari a euro 500.000,00;
- tale Fondo è destinato all’erogazione di contributi a fondo perduto al locatore che accetti una proposta di rinegoziazione del contratto d’affitto con l’attuale conduttore sotto rischio di sfratto esecutivo il quale, a causa di un evento intervenuto a partire dal 01 gennaio 2011, abbia subìto una riduzione della capacità reddituale da cui è scaturita una situazione di inadempienza all’obbligo di pagamento del canone di locazione e delle spese accessorie. La proposta di rinegoziazione riguarderà esclusivamente la stipula di un contratto convenzionato ex Legge 431/98, art. 2, c. 3, tipologia 3 anni + 2;
- nei casi in cui la tentata rinegoziazione fallisce e si rende necessaria la stipula di un nuovo contratto della medesima citata tipologia con un diverso locatore, il Fondo interviene come garanzia per una copertura massima pari a 18 mensilità del canone d’affitto mentre la parte cosiddetta “rotativa” è finalizzata ad anticipare al proprietario la porzione di debito dovuta dal conduttore. Il conduttore in questo caso sottoscrive l’impegno a restituire l’importo dovuto, senza interessi, con rate sostenibili nella misura minima di euro 50,00 mensili e per la durata massima di 5 anni.
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE IMPEGNA
il Presidente e la Giunta Regionale del Piemonte :

- a istituire un fondo regionale “Salva Sfratti” per trasformare la sperimentazione sopra citata in una politica su scala regionale;
- a confermare le risorse che finanziano il Fondo Locare e il fondo sociale per le morosità incolpevoli di cui alla Legge Regionale 3/2010;
- a intervenire nei confronti del Governo per ottenere il ripristino del Fondo nazionale per il sostegno alla locazione;
- a verificare insieme alle ATC e ai comuni piemontesi le condizioni di accoglienza temporanea nel patrimonio pubblico e privato disponibile, a sostegno dell’emergenza abitativa;
- a presentare entro 60 giorni una delibera d’indirizzo sull’emergenza abitativa che preveda le linee guida dell’istituzione del fondo (Ammontare del Contributo, Articolazione del contributo in base al reddito, Alternative alla rinegoziazione, Fondo di garanzia) a partire dai requisiti sotto elencati:

- possesso della cittadinanza italiana o di un paese dell’U.E., ovvero, nei casi di cittadini non appartenenti all’Unione Europea, possesso di un regolare titolo di soggiorno;
- contratto di locazione di unità immobiliare a uso abitativo sito nel territorio regionale del Piemonte e regolarmente registrato;
- pendenza di un procedimento di intimazione di sfratto per morosità per la quale non sia ancora intervenuto il provvedimento di convalida, ovvero quello per cui è intervenuta la convalida, ma per il quale non c’è stata ancora l’esecuzione;
- residenza da almeno un anno nell’immobile oggetto della procedura di rilascio;
- possesso documentato di una situazione soggettiva per cui il nucleo familiare residente nell’immobile, a seguito di un evento documentabile intervenuto a partire dal 01 gennaio 2011, ha subito una diminuzione della capacità reddituale, che ha portato a una conseguente situazione di inadempienza all’obbligo di pagamento del canone di locazione;
- possesso di un reddito derivante da regolare attività lavorativa, attualmente in corso, con un valore ISEE non superiore a euro 26.000,00;
- non titolarità di diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione su uno o più immobili, ubicati in qualsiasi località;
- assenza di morosità pregresse, oltre la presente, nei 3 anni precedenti all’attuale richiesta.

Primi firmatari:

Marco Grimaldi
Nadia Conticelli

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Comunicato stampa                                            PIEMONTE, CASA: MAGGIORANZA PROPONE FONDO SALVA SFRATTI

 

“Servono misure straordinarie per l’emergenza abitativa” è quanto chiedono i consiglieri regionali Nadia Conticelli (Pd) e Marco Grimaldi (Sel) nella Mozione in discussione domani nella seduta d’aula in Consiglio regionale del Piemonte. ”La Regione Piemonte deve creare un Fondo Salva Fratti – dichiarano i consiglieri regionale firmatari della Mozione -, non possiamo ignorare il dato in continua crescita degli sfratti esecutivi emessi dal Tribunale di Torino”. La mozione in discussione domani è firmata dalla maggioranza che in Regione sostiene la Giunta Chiamparino. L’iniziativa della Regione si aggiungerebbe a quella avviata  lo scorso anno dal Comune di Torino con 1.000.000 di euro, finanziata dalla Compagna di Sanpaolo e da Fondazione Crt. “Chiediamo – proseguono i presentatori – un delibera sull’emergenza casa in Piemonte entro 60 giorni, nella quale garantire il sostegno a chi si trovi in particolare difficoltà economiche a causa della perita del lavoro o da documentate difficoltà a causa della diminuizione del reddito familiare”. Nella mozione presentata dalla maggioranza in Regione vengono elencati anche i requisiti dei possibili beneficiari: cittadino europeo o in possesso di permesso di soggiorno, titolare di contratto di locazione registrato, situazione documentata di difficoltà della nucleo familiare residente nell’immobile e reddito ISEE inferiore ai 26.000 euro.  “Con il perdurare della crisi economica  - concludono Conticelli e Grimaldi – diventa indispensabile la creazione di ammortizzatori sociali aggiuntivi rispetto a quelli tradizionali”.

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