Torino: Mai più Cie. #maipiùCie

diritti, Idee admin 23 gennaio 2014

Oggi dopo tanti mesi di lavoro e discussione abbiamo presentato il documento nel quale la Città di Torino chiederà al Governo il superamento da subito del Cie di Corso Brunelleschi, l’abrogazione della Bossi Fini e la chiusura dei Centri di Identificazione ed Espulsioni.

Non ho cambiato idea i Cpt non andavano pensati e realizzati. Finalmente in tanti iniziono a sostenere che i Cie vanno chiusi perchè hanno manifestato il loro totale fallimento. Il senso è semplice: rinchiudere immigrati senza documenti sino a 18 mesi, è una inqualificabile violazione dei diritti umani oltre che uno spreco di risorse pubbliche.

La maggior parte dei reclusi proviene da una precedente esperienza carceraria. Hanno già scontato la pena, ma non sono stati identificati nel corso di quel periodo perché la procedura non lo prevede. Molte delle donne sono state costrette a prostituirsi dai loro connazionali, e “avrebbero bisogno di un aiuto per liberarsi dal peso dello sfruttamento”.

Nei CIE la situazione è grave da ogni punto di vista: sovraffollamento, condizioni igieniche spaventose, risse, violenze, fughe, rivolte, maltrattamenti.

I costi di gestione economica di queste strutture sono sempre più insostenibili per lo Stato Italiano, ma sono i costi umani che non sono accettabili.
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Comunicato stampa

Il Cie di Corso Brunelleschi va superato e in seguito definitivamente chiuso”.
I consiglieri Pd e Sel presentano una proposta di mozione al Comune di Torino

E’ il 21 dicembre 2013 quando Suor Anna del Centro di Via Santa Maria Mazzarello a Torino denuncia la sofferenza e l’umiliazione degli ospito del Cie (‪Centro di identificazione ed espulsione‬) di Corso Brunelleschi. Oggi quella denuncia è diventata una vera e propria proposta di mozione firmata dai consiglieri Marco Grimaldi (Sel), Lucia Centillo (PD), Michele Curto (Sel), Domenica Genisio (PD), Laura Onofri (PD), Marta Levi (PD) e Mimmo Carretta (PD).
Chiedendo ufficialmente al Governo di superare nel più breve tempo possibile questa formula disumana e dispendiosa, la proposta di mozione intende ribadire, come ricordano i firmatari, “a tutte le istituzioni, dal prefetto al Parlamento Italiano, che i CIE sono un’esperienza fallimentare e vanno superati e in seguito definitivamente chiusi al fine di non reiterare una inqualificabile violazione dei diritti umani oltre che uno spreco di risorse pubbliche”.
Durante i sopralluoghi come Consiglio Comunale al CIE di corso Brunelleschi, le commissioni hanno constatato che erano presenti 85 persone (73 uomini e 12 donne) in condizione precarie sia dal punto di vista materiale che psicologico. Il rapporto infatti evidenzia che un trattenuto su tre usa ansiolitici e antidepressivi; senza considerare il costo sostenuto per l’ampliamento di tre anni fa che è costato 14 milioni di euro ossia 78 mila euro a posto letto. Viste queste motivazioni i firmatari Marco Grimaldi, Lucia Centillo, Michele Curto, Domenica Genisio, Laura Onofri, Marta Levi e Mimmo Carretta impegnano il sindaco e la Giunta a:

chiedere ufficialmente al Governo di superare nel più breve tempo possibile il CIE di Corso Brunelleschi;

ribadire a tutte le istituzioni, dal prefetto al Parlamento Italiano, che i CIE sono un’esperienza fallimentare e vanno superati e in seguito definitivamente chiusi, sottolineando che rinchiudere immigrati senza documenti sino a 18 mesi è una inqualificabile violazione dei diritti umani oltre che uno spreco di risorse pubbliche;

invitare il Parlamento a prevedere una nuova legislazione che abroghi la Bossi Fini, sancendo che ogni forma di limitazione della libertà personale degli stranieri deve essere conforme alla riserva di giurisdizione prevista dall’art. 13 della Costituzione, e perciò ogni competenza in materia deve spettare al solo giudice togato (non più il giudice di pace, ma il Tribunale in composizione monocratica, al pari di ogni altra restrizione delle libertà fondamentali).

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Ecco il testo:

Città di Torino
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PROPOSTA DI MOZIONE
DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TORINO

Oggetto: superare il CIE di Corso Brunelleschi
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Il Consiglio Comunale di Torino,

PREMESSO CHE:

I centri di detenzione amministrativa sono stati introdotti dalla legge Turco-Napolitano (con la denominazione di CPTA – Centri di Permanenza Temporanea e Assistenza);
Il periodo di trattenimento, inizialmente fissato in 30 giorni, è stato poi prolungato a un massimo di 60 (L. 189/2002 cd. Bossi-Fini), poi a 180 giorni (L. 125/2008), sino ad arrivare per iniziativa dell’ex Ministro dell’Interno Maroni a un massimo di 18 mesi (D.L. 89/2011);
I CPTA sono stati poi denominati Centri di Identificazione ed Espulsione dalla legge 125/2008;
Il rapporto della Commissione De Mistura istituita nel 2007 dal Governo italiano denunciava i tanti episodi di rivolte e di fughe, di suicidio, di autolesionismo, il racconto delle violenze subite, lo stato di prostrazione che provocano anche pochi giorni di detenzione, l’alto tasso di consumo e abuso di psicofarmaci indispensabili a sopportare un “regime carcerario”;
Gli stessi fatti sono comprovati, oltre che dalla cronaca, da approfondite ricerche svolte da organizzazioni indipendenti nazionali e internazionali;
La citata Commissione De Mistura propose il progressivo superamento dei CPTA;
La Commissione Straordinaria per la Tutela e la Promozione dei Diritti Umani del Senato, nella precedente legislatura, sotto la presidenza del Sen. Marcenaro pervenne a simili conclusioni;

CONSIDERATO CHE

Negli anni, meno della metà delle persone detenute nei centri è stata effettivamente rimpatriata a fronte di costi elevati per l’allestimento, la gestione, la manutenzione e la sorveglianza delle strutture;
I diritti delle persone trattenute non sono disciplinati da alcuna norma primaria, bensì sono affidati ad una generica e lacunosa disposizione regolamentare e persino a meri “capitolati” di gestione;
A fronte di gravi violazioni dei diritti umani, anche la camera dei deputati ha appurato l’inefficacia e l’inefficienza dei CIE rispetto alle funzioni affidate ad essi dal legislatore;

RITENUTO CHE

I CIE si sono dimostrati nel corso degli anni inefficaci e fallimentari;
I CIE sono inoltre eticamente ingiusti perché comportano una restrizione della libertà personale senza reato sanzionando la mera irregolarità amministrativa, oltre ad essere degradanti della dignità umana;
Le alternative alla detenzione amministrativa e ai CIE sono possibili, come già enunciato, a partire innanzitutto dalla puntuale e corretta applicazione della Direttiva 2008/115/CE (cd. direttiva rimpatri) e comunque dall’indispensabile e improrogabile riforma complessiva del Testo Unico immigrazione d.lgs. 286/98;
Sono urgenti una modifica del sistema degli ingressi, delle procedure di identificazione, della disciplina del soggiorno e delle espulsioni, una corretta applicazione della normativa europea sull’accoglienza che innalzi gli standard attualmente praticati, una riforma della legge sulla cittadinanza, una legge per l’introduzione del diritto di voto amministrativo, una legge organica sul diritto di asilo;

RILEVATO CHE:

Durante i sopralluoghi come Consiglio Comunale al CIE di corso Brunelleschi, le commissioni hanno constatato che erano presenti 85 persone (73 uomini e 12 donne), chiamate dalla croce Rossa “ospiti” e dalla Prefettura “trattenuti”;
A fronte di 210 posti teorici, quelli utilizzabili sono 98, mentre i restanti sono inagibili per motivi di sicurezza in quanto a seguito delle rivolte gran parte delle aree sono state bruciate e rese inutilizzabili;
Le rivolte sono mediamente 2 al mese e nei periodi estivi anche di più;
La croce Rossa svolge il ruolo di “full service” dalla mensa alla pulizia, dall’avvocatura alla consulenza medica e psicologica;
La croce Rossa rilascia 3,5 euro al giorno a ospite (usati per lo più per tabacco e telefonate);
Un trattenuto su tre usa ansiolitici e antidepressivi;
L’ampliamento di tre anni fa è costato 14 milioni di euro, ovvero 78 mila euro a posto letto;
Tali cifre risultano abnormi considerando che nella metà dei casi la detenzione è inutile: nel 2011è stato rimpatriato il 57 percento degli stranieri, 650 su 1.100 circa trattenuti.

IMPEGNA

Il sindaco e la Giunta a:

chiedere ufficialmente al Governo di superare nel più breve tempo possibile il CIE di Corso Brunelleschi;

ribadire a tutte le istituzioni, dal prefetto al Parlamento Italiano, che i CIE sono un’esperienza fallimentare e vanno superati e in seguito definitivamente chiusi, sottolineando che rinchiudere immigrati senza documenti sino a 18 mesi è una inqualificabile violazione dei diritti umani oltre che uno spreco di risorse pubbliche;

invitare il Parlamento a prevedere una nuova legislazione che abroghi la Bossi Fini, sancendo che ogni forma di limitazione della libertà personale degli stranieri deve essere conforme alla riserva di giurisdizione prevista dall’art. 13 della Costituzione, e perciò ogni competenza in materia deve spettare al solo giudice togato (non più il giudice di pace, ma il Tribunale in composizione monocratica, al pari di ogni altra restrizione delle libertà fondamentali).

Marco Grimaldi
Lucia Centillo
Michele Curto
Domenica Genisio
Laura Onofri
Marta Levi
Mimmo Carretta
Michele Paolino
Gianni Ventura
Giovanni Porcino
Luca Cassiani

Torino, 23 Gennaio 2014

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