Ultima pedalata verso il primo #Biciplan #Torino.

Idee admin 4 ottobre 2013

Ci siamo. Mancano pochi chilometri al traguardo, e all’inizio del percorso più importante per il piano della mobilità ciclabile. Come potete immaginare, una volta approvato, ci vorranno alcuni anni prima che le parole diventino realtà. Grazie ad un emendamento sulle risorse da destinare al Biciplan, predisposto ieri in commissione Ambiente e Viabilità, non ci vorranno dieci anni ma solo più sei.

Per legge parte dell’incasso proveniente dalle multe agli automobilisti indisciplinati dovrebbe essere utilizzato per migliorare la sicurezza stradale: per questo chiediamo che quelle entrate servano a realizzare il piano a 2 ruote. Le multe sono in calo, 25 milioni quest’anno (qualche anno fa erano quasi il triplo), ma il quantitativo previsto può permetterci di finire gli investimenti in pochi anni. Il testo proposto dice semplicemente: «Non meno del 15% del totale dell’incasso e comunque non meno di 2 milioni di euro l’anno».

L’obiettivo principale del biciplan è quello di portare un cambiamento culturale nel modo di viaggiare per i cittadini torinesi, in modo da raggiungere, entro il 2020, con gli spostamenti in bici il 15% del totale. Bisognerà partire come prima cosa dal drastico aumento degli spostamenti sistematici casa-lavoro e casa- scuola.
Per questo sosteniamo da anni che sia necessario che gli spazi urbani della viabilità a disposizione del traffico motorizzato, delle biciclette e della pedonalità siano progressivamente ridistribuiti, con interventi intelligenti e coraggiosi di moderazione della velocità. Vogliamo una città che preveda la velocità 30 km/h in tutte le strade secondarie che non hanno diritto di precedenza.

Non ci possiamo permettere di rallentare il passo e scendere per una sosta. ”Torino è una dei comuni con i valori più alti di inquinanti atmosferici e il secondo in assoluto come densità automobilistica dopo Napoli: 4.317 auto per Kmq (Istat, 2011)” il Biciplan può servire anche a “cambiare aria in città”.

In più di 130 pagine il documento, che prima dell’approvazione finale da parte del Consiglio comunale dovrà passare un’ultima volta sul tavolo delle Commissioni consiliari (giovedì prossimo), ripercorre la storia del rapporto tra Torino e la mobilità ciclistica, iniziata nel 1990 con la delibera sui “percorsi ciclopedonali” e proseguita fino all’inaugurazione, nel 2010, del bike sharing.
Tra questi due termini temporali ci sono 175 chilometri di piste e percorsi ciclabili (di cui 50 in parchi ed aree verdi). Molte di queste andranno riqualificate e finite.

Fatemi finire con una nota personale, sono passati anni dall’emendamento Grimaldi-Cugusi al Piano Urbano della Mobiltà Sostenibile. Il testo diceva: “In continuità con il Piano degli itinerari ciclabili (approvato come piano di dettaglio al PUT 2002 – deliberazione Giunta Comunale 3 febbraio 2004 – mecc. 2004 00550/006) sarà redatto il Piano Ciclistico della Città; piano che definirà nell’arco temporale del PUMS gli interventi e le azioni prioritarie per la promozione e lo sviluppo della mobilità ciclistica.

Molti dei ragazzi e delle ragazze che allora sostenevano quell’emendamento hanno continuato a seguire metro per metro questo percorso e hanno contribuito anche grazie al Bike Pride a rendere questo strumento un lavoro necessario per migliorare la politica amministrativa e speriamo anche la vita di migliaia di nostri concittadini. Questa è la dimostrazione che i cambiamenti si fanno dentro e fuori dalle istituzioni. Ogni storia come questa parte sempre da un piccolo passo, una prima pedalata. Oggi siamo in tanti su questa strada. Vedrete che da domani saremo anche di più.

Marco Grimaldi

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