Per tutti i cittadini è un dovere non sporcarla. Per Amiat un dovere pulirla.

Idee admin 8 settembre 2013

Dopo aver visto in questi anni ogni angolo di questa città credo sia giusto ringraziare i lavoratori e le lavoratrici di Amiat che ogni giorno danno il massimo per rendere Torino bella come il giorno prima.

Spesso le critiche sono state ingenerose. Ma la colpa è anche nostra che non riusciamo a costruire veri meccanismi di valutazione e partecipazione.

Il mio è un giudizio soggettivo lo so, ma come amministratore pubblico ho una proposta per far si che ogni cittadino esprima il suo grado di soddisfazione e che ci sia un luogo più trasparente dove segnalare le mancanze del servizio o semplicemente le trasgressione dei cittadini, come le tante discariche abusive che purtroppo ogni tanto incontriamo.

Credo che dopo tanti anni sarebbe giusto valutare più oggettivamente il lavoro di Amiat come cercava di fare l’Agenzia per i servizi pubblici locali.
Proviamo a dare alle circoscrizioni gli strumenti per controllare lo stato della differenziata e il livello di pulizia dei quartieri?
Proviamo in accordo con Amiat a costruire sempre nei nostri territori le customer satisfaction e le modalità di partecipazione utili per conoscere meglio i servizi di Amiat?
Ci siamo dati l’obiettivo di arrivare al 65 per cento di raccolta differenziata entro il 2016. Un traguardo ambizioso che rischia di diventare impossibile senza investimenti e senza uno slancio civile di tutta la città.
Dobbiamo trovare il modo con la nuova tares di valorizzare i livelli di differenziata per quartieri con politiche premiali che incentivino la capacità dei cittadini a differenziare meglio e di più.

Sono convinto che nel tempo dei Big Data e della cultura 2.0. anche Amiat possa diventare più Smart e più sensibile alle nuove tecnologie ai nuovi media.

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Trovate qui sotto alcune di queste riflessioni.
Articolo tratto da la Repubblica di Torino di Diego Longhin.


“La città oggi è più sporca”

La pulizia di Torino al centro dell’ultima riunione di maggioranza. La questione sollevata da Grimaldi (Sel). Anche il sindaco è d’accordo sulla necessità di controllare meglio il servizio: potrebbero arrivare multe per chi sgarra, da girare all’allargamento dell’area della raccolta porta a porta

Pure la pulizia della città è stata al centro dell’ultima riunione della maggioranza. Torino è sporca? Per alcuni consiglieri “sì”, o comunque “più sporca di prima”. E anche il sindaco Piero Fassino, che sui toni ha preso le distanze da alcuni dei suoi eletti in Sala Rossa, sulla necessità di “controllare meglio il servizio di Amiat” si è detto d’accordo. Per il primo cittadino, che deve comunque fare i conti con i soldi e le ristrettezze di bilancio, la pulizia di Torino è uno dei suoi pallini. E si è sia già messo all’opera per studiare quali meccanismi di controllo esistono per verificare il lavoro di Amiat.

Verifiche che, dopo la scomparsa dell’Agenzia per i servizi pubblici locali del consiglio comunale, agli eletti paiono blande. Insomma, sarebbe necessario un giro di vite, che comprenda anche più multe, per aumentare la pulizia. La questione, in riunione di maggioranza, è stata sollevata dal consigliere di Sel, Marco Grimaldi. “Il mio potrà essere un giudizio soggettivo, ma la città è più sporca. Sarebbe necessario un modo per permettere a ogni torinese di esprimere il suo grado di soddisfazione. E poi luoghi dove segnalare le mancanze del servizio o semplicemente le trasgressione dei cittadini, come le tante discariche abusive che purtroppo ogni tanto incontriamo. Dopo tanti anni sarebbe giusto valutare più oggettivamente il lavoro di Amiat”.

Sul controllo il sindaco Fassino è d’accordo e ha già dato mandato agli uffici di verificare la situazione. Anche perché con controlli maggiori, oltre a raddrizzare il lavoro di Amiat, si riuscirebbero forse a recuperare risorse. Soldi che si potrebbero girare sulla raccolta porta a porta, altro problema. Amiat non ha i soldi per andare avanti e allargare le aree: l’unico ampliamento previsto è quello della Crocetta, dove la Provincia mette circa 1 milione, ma il piano è in standby e la società vorrebbe più risorse per togliere i cassonetti dalla strade e inserire quelli nei cortili. Così si rischia di non centrare l’obiettivo del 65 per cento di differenziata nel 2016, ora si è tra il 41e il 43 per cento. “Perché non diamo ai quartieri la facoltà di controllo, sia sulla raccolta alla differenziata sia lo stato di pulizia? Perché per le verifiche non si utilizzano anche le guardie ecologiche?”, chiede Grimaldi.

Le segnalazioni sulla sporcizia non mancano e toccano non tanto il salotto buono della città, ma le zone di mezzo, tra il centro e l’estrema periferia. E dopo che l’azienda di via Giordano Bruno ha diminuito il passaggio dei mezzi meccanizzati, concentrandosi soprattutto sugli operatori ecologici, la situazione è peggiorata.

Il contratto di servizio tra Amiat e il Comune vale 180 milioni, solo per lo spazzamento la società, di cui è presidente Maurizio Magnabosco, incassa circa 24 euro a persona. Una media alta rispetto ad altre aziende di igiene ambientale. L’assessore al Decentramento, Gianguido Passoni, è d’accordo sull’investire i quartieri di un ruolo: “Non di pianificazione, ma di verifica – spiega – l’anno scorso abbiamo delegato alle Circoscrizioni i controlli sul suolo pubblico è ha funzionato. I quartieri hanno ricevuto anche un beneficio economico, in termini di fondi ritornati, stimabile in 200 mila euro. Lo stesso meccanismo si potrebbe applicare per la pulizia. Chi meglio delle Circoscrizioni può avere il polso della situazione sui passaggi o rispetto alle segnalazioni dei cittadini”. L’assessore si è impegnato a studiare la questione. Palazzo Civico ha già una struttura di controllo, ma la ramificazione nei quartieri potrebbe essere l’anello mancante.

http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/09/08/news/fassino_

rimprovera_l_amiat_la_citt_oggi_pi_sporca-66099889/

http://rassegnastampa.comune.torino.it/rassegna/imgrs.asp?

numart=24Q3L0&annart=2013&numpag=1&tipcod=0&tipimm

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