Acqua Bene Comune Torino: il consiglio comunale dice Si.
Idee admin 5 marzo 2013
la Sala Rossa vota SI alla delibera di iniziativa popolare per la trasformazione di SMAT S.p.A. in Azienda Speciale Consortile di diritto pubblico!
Grimaldi: Credo che la città, i tanti comuni della provincia, le tante energie e professionalità che riusciremo ad attrarre possano trasformare questa idea nella nuova Smat.
Grazie ad una deliberazione di iniziativa popolare votata oggi dal Consiglio Comunale di Torino, la Smat SpA, la società che gestisce l’acquedotto torinese, potrebbe diventare una società speciale consortile.
Il documento è stato approvato questo pomeriggio dal Consiglio comunale.
A favore hanno votato 20 consiglieri del centro sinistra (SEL, IDV, Moderati, PD), 1 contrario, 16 astenuti (PDL, 5Stelle). Questo al termine di una verifica dei costi benefici sui piani fiscale, patrimoniale, giuridico ed economico, che dovrà avvenire entro 90 giorni, secondo quanto introdotto da un emendamento del Pd. Se il riscontro sarà positivo Smat non sarà più una società di diritto privato (la società per azioni) ma di diritto pubblico.
La Città partecipa in Smat con 3.159.497 azioni, pari al 65,31% del capitale sociale. Il restante capitale è partecipato dagli altri 285 comuni, tutti nella provincia di Torino. Il documento, infine, prevede che il sindaco promuova l’adesione degli enti locali di Smat S.p.A. alla nuova società consortile.
La nuova società sarà finalizzata esclusivamente alla produzione ed erogazione del servizio idrico integrato nel territorio degli enti consorziati, senza fini di lucro.
L’azienda dovrà garantire la partecipazione della popolazione alle scelte relative al servizio da erogare, dei propri dipendenti alle scelte relative all’organizzazione del lavoro.
Marco Grimaldi (SEL), Presidente della Commissione Ambiente apre il dibattito in aula: “Prima di tutto, dopo tanti mesi di lavoro, un ringraziamento ai tanti nostri concittadini che hanno reso possibile questa vittoria. Questa delibera di iniziativa popolare non è solo un segnale o un monito, è una linea politica e culturale che ci ricorda il senso più profondo della vittoria referendaria. Grazie al risultato di quella consultazione, si è interrotta un’escalation privatizzatrice in campo da anni. Ma non solo. L’acqua, uscita dal mercato e dai facili profitti (anche legati alla remunerazioni del capitale investito garantita dallo stato) ha smesso di essere considerata da tutti una merce. Per questo per dare seguito all’idea dell’acqua come bene comune occorre ripensare l’attuale natura privatistica delle società che gestiscono il servizio idrico integrato, come la Smat (anche se costituite da capitali pubblici). Non basta cancellare la remunerazione del capitale investito dalle bollette e non distribuire gli utili.
Purtroppo la discussione in commissione si è concentrata troppo solo sulla possibilità o meno di realizzare la trasformazione di Smat, alla luce della legge della spending review del 2011.
Credo che la città, i tanti comuni della provincia, le tante energie e professionalità che riusciremo ad attrarre possano trasformare questa idea nella nuova Smat.
Oggi Smat è una grande realtà. Nessuno vuole cancellarla o ridimensionarla, trasformiamola in una grande azienda speciale, un soggetto consortile che rispetti in pieno lo Statuto della Città che prevede che “il servizio idrico integrato sia operato senza scopo di lucro”.