“La legna dell’Amiat ai rom per farci baracche abusive”
Idee admin 28 settembre 2012Ma l’azienda dice no: sono rifiuti e come tali vanno smaltiti
LA STAMPA, CLAUDIO LAUGERI, TORINO
L’Amiat non può aiutare i rom a ricostruire le 18 baracche distrutte da un incendio una settimana fa. L’associazione «Terra del fuoco» aveva chiesto assi e altri oggetti raccolti dall’azienda come rifiuti e destinati alla distruzione. «Operazione che ha un costo. Consegnare a noi quel materiale consentirebbe un risparmio e aiuterebbe persone in difficoltà» dice il presidente dell’associazione, Oliviero Alotto. Ma sarebbe illegale. «I rifiuti devono essere smaltiti con procedure ben precise – spiegano all’Amiat -. Agire in modo diverso significherebbe violare la legge». C’è lo spauracchio del riciclaggio illecito di rifiuti, ma anche le possibili responsabilità per danni alla salute dei rom nell’eventualità che quei materiali non siano salubri.
La legge è legge. Ma è legge anche quella violata dall’accampamento sulle rive dello Stura, dove vivono quasi 800 nomadi. È un insediamento abusivo, monitorato dal Nucleo Nomadi della polizia municipale. Assessori e consiglieri comunali sono entrati più volte in quel dedalo di baracche e immondizia, dove i bimbi giocano in mezzo ai topi. Ma quell’illegalità è sopravvissuta. Anzi: per limitare i danni, la Prefettura aveva addirittura distribuito estintori (tornati utili nell’incendio della scorsa settimana) e ordinato di ripulire la zona, versando in quel «buco nero» dell’igiene pubblica centinaia di migliaia di euro.
«Se dovessimo rispettare la legge, non dovremmo nemmeno dare accoglienza ai clandestini nei periodi del “grande freddo” – sostiene il consigliere Marco Grimaldi (Sel) -. Quando ci sono emergenze umanitarie, bisogna riuscire ad andare oltre alla normativa. Serve elasticità. Altrimenti, il lavoro nel settore del sociale diventa impossibile».
Anche perché «le condizioni igieniche sono proibitive, la situazione generale di quelle persone è drammatica. Altro che legni impossibili da regalare perché risultano rifiuti da smaltire». «E’ incredibile che non sia possibile superare la burocrazia, nemmeno in una situazione come questa – aggiunge Alotto -. Quelle persone sono in difficoltà, ma soprattutto non spariranno domani con uno schiocco di dita. Servono capacità, idee. E buon senso».