Sarà il fine settimana dei diritti, scrivono gli organizzatori del Mad Pride: sabato 16 giugno il Gay Pride, mentre domenica 17 a scendere in strada saranno i “matti”.

Non arretrano di fronte a questa parola dura gli organizzatori delle manifestazione, che porterà dalle ore 14.00, in un variopinto corteo da Piazza Carlo Felice al Valentino, operatori dei servizi di salute mentale, pazienti ed ex –pazienti, cittadini convinti che il confine tra “normalità” e “follia” sia molto sfumato, o per dirla con le parole di Franco Basaglia, convinti che “Nessuno visto da vicino è normale”.
Il corteo costellato di girandole multicolori, simbolo delle diversità, procederà attraverso la città per tappe: brevi soste dedicate di volta in volta alla musica, a letture poetiche, ad azioni teatrali.
Il Mad Pride è la manifestazione conclusiva di un percorso iniziato oltre un anno fa da un gruppo di incontro per pazienti psichiatrici dell’Asl 1 di Torino. Operatori della salute, utenti psichiatrici, artisti, intellettuali, ricercatori sociali, hanno dibattuto e realizzato eventi artistici, sul tema della salute mentale, sulle istituzioni di cura, e sullo stigma della follia che emargina molti cittadini.
Il Mad Pride nasce “dal basso” e non inalbera bandiere di partito ma nelle intenzioni dei suoi animatori è anche una forma di protesta contro il disegno di legge Ciccioli, recentemente approvato dalla Commissione affari sociali della Camera dei deputati.
Il provvedimento che prevede forme di trattamento sanitario obbligatorio prolungate fino a un anno di internamento in strutture residenziali è, secondo gli organizzatori, in contrasto con la legge 180 del 1978 (legge Basaglia) che, con la chiusura dei manicomi, aveva scelto in alternativa all’internamento clinico l’investimento sociale e la massima integrazione delle persone sofferenti.

Tratto da città agorà. Nelle foto: Mad Pride, la prima volta per Torino e per l’Italia; un’immagine dal recente Gay Pride di Bologna.