Ecocentri, una risorsa per una migliore qualità della vita.

Idee admin 25 giugno 2012

L’ecocentro è ormai diventato parte della vita quotidiana di molti torinesi. Anche con l’affermarsi graduale della raccolta differenziata, ci sono materiali che è complicato smaltire “sotto casa”, e non solo nei quartieri dove già impera la raccolta porta a porta. Pensiamo a pentole metalliche o di coccio rovinate, batterie esaurite, monitor fulminati e rasoi elettrici ormai inutilizzabili, vecchi giocattoli rotti, sfalci dell’erba del giardinetto. O anche all’olio di arachide o di oliva usato per friggere patatine o melanzane destinate a una sontuosa parmigiana, che pur senza essere tossico inquina e non poco, se gettato nello scarico del lavandino.
I sette punti di raccolta disseminati per la città offrono quindi ai cittadini torinesi la possibilità di liberarsi gratuitamente e in modo corretto di tanti scarti – più o meno piccoli – delle nostre esistenze.

(Questa foto è stata scattata in data 23 gennaio 2009 da *FataNera*)


Schede elettroniche usate La commissione Ambiente, presieduta da Marco Grimaldi, ha incontrato nei giorni scorsi i responsabili dell’Amiat per una panoramica della situazione. Gli ecocentri, più tecnicamente “centri di raccolta”, funzionano; la gente li usa in maniera crescente, ma si può migliorare ancora, incentivandone l’uso e magari aprendone di nuovi. Quelli attualmente in attività – aperti dal lunedì al sabato, mattina e pomeriggio – si trovano in via Arbe 12 (non lontano dal Parco Ruffini), via Zini 139 (ex Mercati generali), via Gorini 20/A (dietro il Cimitero Parco), via Salgari 21/A (zona piazza Sofia), via Germagnano 48/A (nei pressi dell’ormai chiusa discarica delle Basse di Stura), corso Moncalieri 420/A (borgata Fioccardo). Il settimo ecocentro si trova in corso Brescia 113/A, ma nel giro di un anno verrà trasferito in via Ravina (poco distante dal Parco Colletta).
Nel dibattito in commissione Ambiente sono state evidenziate alcune proposte, a partire dalla costruzione di un progetto che avvicini il mondo della scuola agli ecocentri, con visite educative all’insegna del corretto smaltimento dei rifiuti e del loro riciclaggio e persino riutilizzo (come nel caso del mercatino dell’usato T-riciclo, presso il centro di raccolta di via Arbe). Da questo punto di vista, la realizzazione di un ottavo centro nei pressi del Museo A come Ambiente, potrebbe avere il doppio significato di essere un polo educativo ambientale (con interazione tra museo ed ecocentro) e di fornire un luogo di conferimento agevole a un quartiere, quello di Spina 3, densamente abitato dopo le grandi trasformazioni dell’ultimo decennio.
Fondamentale resta il ruolo dell’informazione nei confronti della cittadinanza, per sensibilizzarla a un uso ancora più intensivo di strutture che possono dare un contributo non da poco alla difesa dell’ambiente, ovvero, alla fin fine, della qualità della vita per tutti noi.
Tratto da Città Agorà.

Nelle foto: Una veduta di Spina 3: in questa zona di nuova urbanizzazione, dove si trova il Museo A come Ambiente, si propone di istituire un nuovo ecocentro; schede elettroniche: come tutte le apparecchiature elettriche, possono essere smaltite presso i sette ecocentri aperti in città.

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