Nuovo regolamento per l’emergenza abitativa.

Idee admin 2 aprile 2012

Giovedì abbiamo liberato per l’aula la delibera sul nuovo regolamento per l’esame delle situazioni di emergenza abitativa.

Dopo tanti mesi siamo arrivati ad un testo che registra i cambiamenti imposti dalla legge regionale e speriamo aiuti i casi di “morosità incolpevole” e i casi sociali. 

Qui sotto invece un emendamento richiesto insieme alla Presidente Marta Levi e l’articolo de La Stampa di Domenica 1 aprile 2012:

“Nell’interpretazione della norma regionale che, ai fini dell’assegnazione degli alloggi di edilizia sociale, definisce il nucleo familiare si tiene conto della deliberazione del Consiglio Comunale n. mecc. 2009 0195/002 del 28/6/2010 che approva il “regolamento per il riconoscimento delle unionicivili”.

Case Popolari, pari diritti per le coppie di fatto.

tratto da La Stampa, un articolo di Andrea Rossi

D’accordo, a Torino è una prassi abbastanza consolidata. Eppure non è scritta da nessuna parte. E, in assenza di una norma ad hoc, il rischio di produrre discrepanze e lacune esiste. In Comune hanno perciò deciso di metterci una pezza. Nel nuovo regolamento per le situazioni di emergenza abitativa – persone sfrattate o sgomberate che richiedono un alloggio popolare – è stato introdotto un emendamento, su iniziativa dei consiglieri Marta Levi (Pd) e Marco Grimaldi (Sel), che prevede una sorta di clausola anti-discriminazione: nella casistica si introduce per la prima volta in modo esplicito il concetto di «coppia di fatto».
La legge regionale, che disciplina la materia, si limita a parlare più genericamente di «nuclei familiari», oppure di «coniugi», oppure di «individui». Non di conviventi, siano essi coppie eterosessuali o omosessuali. La novità risponde anche a un altro criterio: Torino ha da poco varato il registro delle coppie di fatto, un albo in cui i conviventi possono registrarsi dichiarando la loro condizione. Quell’elenco servirà anche a gestire le assegnazioni degli alloggi. Servirà per rendere più efficaci i controlli e aiutare a smascherare le convivenze fittizie. E potrebbe servire a risolvere situazioni intricate, ad esempio le separazioni tra coppie di fatto assegnatarie di un alloggio popolare, finora non disciplinate proprio perché non previste espressamente dalla legge.
La novità non è di poco conto, se si pensa che dei circa 500 alloggi assegnati ogni anno a Torino più della metà riguarda persone in condizione di emergenza abitativa: sfrattate per morosità o per finita locazione, oppure sgomberate perché non pagano il mutuo o le spese condominiali.
Il nuovo regolamento, cui ha lavorato la commissione per l’emergenza abitativa presieduta dall’assessore alla Casa Elide Tisi, verrà approvato nel giro di un paio di settimane. Mancano soltanto alcuni dettagli, ma l’ossatura è cosa fatta, recepisce e interpreta le novità introdotte dall’ultima legge regionale del 2010. Le graduatorie per l’emergenza e i bandi per la richiesta di una casa popolare (non in emergenza) verranno pressoché sovrapposti e continuamente aggiornati. E prevederanno nuovi requisiti.
Alcuni saranno più stringenti. Ad esempio, per ottenere il diritto a un’abitazione d’emergenza sarà necessario essere residenti a Torino da almeno tre anni. Fino a oggi era possibile fare domanda per un alloggio anche il giorno dopo aver preso la residenza in città. La norma varrà per tutti, compresi cittadini extracomunitari e profughi. Altra novità: fino a ieri la commissione accettava le domande di chi in precedenza alloggiava in un luogo non idoneo, ad esempio garage o soffitte non abitabili. Ora la casa sarà concessa soltanto a chi è stato sfrattato da un’abitazione a norma e idonea sotto il profilo igienico-sanitario. E – altro particolare rilevante – soltanto a chi aveva un regolare contratto d’affitto. Insomma, il cittadino dovrà dimostrare di aver rispettato le leggi e non essere abusivo. E dovrà anche dimostrare di aver pagato il canone d’affitto per almeno dieci mesi consecutivi. Troppi erano i casi di chi entrava in un appartamento, dopo un paio di mesi smetteva di pagare e, una volta sfrattato, chiedeva la casa popolare.
Infine, nuova disciplina anche per la morosità incolpevole, la situazione di chi non paga perché non è più in grado, avendo perso il lavoro o trovandosi in una situazione famigliare particolarmente critica: l’abitazione non verrà più assegnata a chi dimostra un calo del reddito di almeno il 50 per cento nei sei mesi precedenti ma nell’anno precedente. E si introduce un nuovo parametro: l’alloggio spetterà a chi deve versare un canone che incide per più del 40 per cento sul reddito diminuito.

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