Dal Po energia pulita.
Idee admin 1 marzo 2012Tratto da Città Agorà
Una centrale idroelettrica a due passi dal centro di Torino. Un modo per sfruttare al meglio le risorse del territorio, in particolare l’acqua, di cui la città è ricca.
Verrà realizzata, non appena riceverà il via libera da parte della Sala Rossa, sulla sponda destra del Po, all’altezza del parco Michelotti.
Attraverso un canale di derivazione interrato sotto il Parco Michelotti, con una portata costante di 50 metri cubi d’acqua al secondo, sfruttando un dislivello di 3 metri in corrispondenza della diga, potrà produrre 5 gigawatt di energia elettrica all’anno.
Il provvedimento è stato discusso nella riunione congiunta delle commissioni Trasporti e Ambiente, presiedute rispettivamente da Domenico Carretta e Marco Grimaldi.
Sulla sponda sinistra del Po (lungo Po Cadorna), lo scivolo per le canoe.
Sulla sponda destra del Po, il canale di derivazione d’acqua per la centrale idroelettrica, l’impianto e la conca di navigazione che consentirà ai battelli di superare la diga Michelotti.
Il progetto si inserisce in quello più vasto che prevede di creare lungo il fiume un luogo ricreativo culturale e teso a sensibilizzare i cittadini sulle tematiche ambientali. Già approvati dall’Amministrazione sono infatti i progetti per la navigazione sul Po con battelli fino a Sassi, a valle della diga Michelotti, e lo scivolo per le canoe (sulla sponda sinistra, a fianco dei Murazzi).
Gli utili prodotti dalla centrale idroelettrica dovranno coprire le spese relative alla realizzazione della centrale stessa e delle opere previste per la navigazione.
La Città, ottenuta dalla Provincia la concessione di derivazione delle acque, per la costruzione del canale, potrà procedere all’indizione di una gara per l’affidamento in concessione della progettazione, della realizzazione e della gestione dell’impianto idroelettrico e delle opere complementari.
Gli interventi (del valore di 7.100.000) non avranno costi per la Città e saranno finanziati con capitale privato. La società aggiudicatrice della gara avrà in cambio la gestione della centrale per 30 anni.
L’impianto sarà “mimetizzato” all’interno di un parco Michelotti riqualificato.
Il Po si potrà navigare fino ai piedi di Superga
Tratto da La Stampa http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/444610/
Se ne parla da una vita. C’era addirittura un progetto, datato 2008: l’avevano intitolato «Interventi per la navigazione sul Po nel tratto cittadino». Prevedeva di estendere la parte di fiume percorribile dalle imbarcazioni anche oltre parco Michelotti, e di sfruttare la diga di fronte ai Murazzi per produrre energia elettrica. Molti l’avevano bollata come una chimera, una delle tante opere che non avrebbero mai visto la luce.
Sbagliavano. Il progetto è stato riesumato, rivisto e rilanciato dall’assessore ai Trasporti Claudio Lubatti e ora è pronto per l’approvazione del Consiglio comunale. La delibera, prima di essere approvata, attende solo una verifica, per capire se sarà necessaria una variante urbanistica.
Costo zero
Particolare non trascurabile, alla città l’operazione non costerà un euro. Anzi, porterà in cassa sette milioni subito e un canone di concessione – ancora da quantificare – per trent’anni. Al resto provvederà la società privata che s’aggiudicherà il bando di gara: dovrà costruire la centrale idroelettrica e le opere compensative, poi incasserà i proventi della vendita dell’energia.
L’impianto verrà realizzato sulla sponda destra del fiume, ma sarà completamente sotterraneo: attraverso un canale di derivazione interrato sotto Parco Michelotti, con una portata di 50 metri cubi d’acqua al secondo, sfruttando un dislivello di tre metri in corrispondenza della diga, potrà produrre cinque gigawatt di energia elettrica all’anno. Non a caso più d’una azienda che lavora nel settore energia si sarebbe già fatta avanti dimostrando interesse.
Il progetto, però, è più vasto. E rispolvera il sogno di un Po interamente navigabile da Moncalieri a Sassi. Con diversi attracchi per i battelli e la possibilità di trasformare le due imbarcazioni gestite da Gtt in veri e propri mezzi pubblici, non soltanto attrazioni turistiche. Nei pressi della diga, sulla sponda destra, verrà realizzata una conca su cui potranno transitare i battelli, mentre sulla sponda sinistra si costruirà uno scivolo per le canoe.
Via libera
Torino potrebbe così ottenere dalla federazione canottaggio l’autorizzazione a essere sito di gara per la canoa. Ma, soprattutto, si riuscirebbe a superare l’ostacolo della diga Michelotti, che a oggi limita la possibilità di navigazione sul fiume. La conca a lato del parco consentirà ai battelli di spingersi verso valle. E, a questo punto, l’ipotesi più probabile è che lungo il corso d’acqua vengano previste una serie di fermate per le imbarcazioni, almeno fino in corrispondenza della cremagliera di Superga. La maggioranza sta preparando una mozione d’indirizzo che accompagnerà la delibera in aula. Ci stanno lavorando i presidenti della commissione Trasporti Domenico Carretta (Pd) e quello della commissione Ambiente Marco Grimaldi (Sel): l’obiettivo è impegnare la giunta a varare un piano organico per rendere il Po interamente navigabile, sfruttando i lavori della centrale idroelettrica che permetteranno di superare l’ostacolo rappresentato dal salto della diga, e varare in parallelo un progetto per Parco Michelotti.
Il Po sarà navigabile ma solo sei mesi all’anno
Tratto da La Stampa http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/444872/
Chi stava già assaporando il gusto di spostarsi sul Po da Moncalieri ai piedi di Superga dovrà rivedere al ribasso i suoi programmi. Appena salpato, il progetto Torino città fluviale deve gettare l’ancora per uno scalo tecnico: nonostante gli interventi pro navigabilità collegati alla futura centrale idroelettrica fluviale all’altezza della diga Michelotti, per alcuni mesi all’anno Po non sarà percorribile dalle imbarcazioni. Battelli, barche e canoe non potranno scendere a valle della Gran Madre sfruttando le future rampe di discesa sulla sponda destra o la conca su quella sinistra, opere accessorie che verranno realizzate come contorno alla centralina di produzione dell’energia.
Le stime sui periodi di secca sono variabili. «Tre mesi» dicono in Comune, «fino a sei» spiegano i tecnici idraulici dell’Agenzia del Po, che oltre al periodo tra maggio e settembre considerano «a rischio anche gennaio e febbraio, prima che la neve si sciolga in quota e inizino le piogge». Nel caso migliore, insomma, uno stop concentrato nei mesi caldi, nel peggiore un servizio di navigabilità del fiume a mezzo servizio, col rischio che le fermate dei battelli Valentino e Valentina previste a valle di piazza Vittorio (Motovelodromo – Sassi – Manifattura Tabacchi – Barca e Bertolla) rimangano per lunghi periodi inutilizzate. Le foto scattate lo scorso settembre la dicono lunga sullo stato del Po a valle della Gran Madre quando l’acqua era scarsa: ampi tratti del letto erano asciutti e il corso del fiume si frazionava, incanalandosi nelle zone più profonde dell’alveo. La colpa non è solo dell’innalzamento della diga Michelotti, ma delle caratteristiche del corso d’acqua, soggetto a variazioni di portata.
Il fenomeno è ben noto in Comune, dove insieme alla delibera approvata in giunta sulla realizzazione della centrale idroelettrica, si sta preparando una mozione d’accompagnamento sul tema della navigabilità che «impegni giunta e Consiglio a predisporre interventi per garantire il più possibile la fruizione del fiume da parte delle barche e dei battelli turistici, senza però autorizzare interventi invasivi come il dragaggio del Po o la costruzione di canali a valle della diga», opere dispendiose a forte impatto ambientale. A dirlo è Marco Grimaldi (Sel), presidente della commissione consiliare ambiente, che aggiunge: «Il piano di navigabilità è migliorabile, ma è il progetto più concreto che abbiamo per la valorizzazione del fiume e delle sue potenzialità». L’orizzonte per la realizzazione delle opere, la rampa praticabile dalle canoe e la conca di discesa e risalita della diga, è comunque lontano: almeno tre anni.
Prima, la società che si aggiudicherà il bando costruirà la centrale idroelettrica per gestirla nei prossimi trent’anni. Spesa prevista per il cantiere: sette milioni di euro che non graveranno sulle casse di Palazzo Civico. Ma sulle cifre c’è chi storce il naso: «I precedenti non giocano a favore del rispetto delle cifre preventivate» dice Alfredo Bona, appassionato residente di Borgo Po che sulla vicenda della diga Michelotti, o di Penelope, come l’aveva ribattezzata qualcuno, ha presentato un esposto alla Corte dei conti perché «il cantiere progettato in mezzo al fiume venne spazzato via quattro volte dalla corrente, facendo lievitare in modo spropositato i costi per la Città».