FCA-PSA, Grimaldi (LUV): Per salvare l’indotto e cominciare una vera riconversione ecologica dobbiamo investire nelle batterie del futuro

Idee admin 18 febbraio 2020

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“L’incontro di venerdì scorso è stato importante, ora occorre aggredire la crisi dell’indotto, un mondo che conta ancora 3,8 bilioni di fatturato, più di 330 imprese, fra le 35 e le 34 mila unità fra lavoratori e dirigenti. Dobbiamo immaginare il futuro, perché la necessaria transizione ecologica rischia di veder scomparire quasi un terzo dei componenti nella filiera dell’automotive” – così il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, ha introdotto in Aula la sua interrogazione urgente sugli obiettivi di piena e buona occupazione nell’indotto FCA-Peugeot e sugli investimenti nell’elettrico in Piemonte.

Durante l’incontro del 31 gennaio tra il responsabile delle attività europee di Fca Pietro Gorlier, il Presidente Cirio e i capigruppo in Consiglio, FCA ha confermato che la fusione con Peugeot non muterà nulla per la produzione italiana e piemontese né sul piano occupazionale e ha promesso 2 miliardi di finanziamenti per il Piemonte. Stando a quanto dichiarato, gli investimenti avverrebbero entro il 2021 ed entro il 2022 vi sarebbe la piena occupazione in tutti gli stabilimenti italiani. Secondo il Presidente Cirio, verranno immessi sul mercato 11 veicoli tra nuovi e restyling e due nuovi motori, mentre a Torino si produrranno la Maserati ibrida e elettrica e la 500 elettrica. D’altra parte per raggiungere la piena e buona occupazione nel 2022 serviranno investimenti che portino alla produzione di altri modelli elettrici oltre alla 500.

“Per coniugare la transizione all’elettrico alla piena occupazione tuttavia non basta un maggior numero di modelli” – dichiara Grimaldi. – “Occorre ripensare un indotto che favorisca la produzione di batterie elettriche in Piemonte, capace di salvare – attraverso la creazione di nuove linee di produzione o la riconversione delle attuali – le aziende che gravitano oggi intorno a FCA”.

La scorsa primavera, l’Europa ha varato la sua strategia di ricerca e sviluppo sulle batterie del futuro attraverso il progetto di ricerca di base “Battery 2030+”, che comprende 5 università, 8 centri di ricerca e 3 associazioni industriali: l’unico ateneo italiano coinvolto nel progetto è il Politecnico di Torino. L’Assessore Tronzano, in risposta all’interrogazione, ha citato il Piano di competitività che dovrebbe essere lanciato il 13 marzo, con l’obiettivo di individuare ciò che andrà iscritto nella programmazione 2021-27, anche in relazione al settore automotive. Tronzano ha dato ragione a Grimaldi, parlando di economia circolare e digitalizzazione, rimarcando tuttavia che entro il 2037 si prevede che solo il 35% del mercato sia elettrico.

“Le batterie sono tra le tecnologie chiave per far uscire il sistema di approvvigionamento energetico europeo dagli idrocarburi, sia sul fronte dei trasporti che dell’energia elettrica” – prosegue Grimaldi. – “L’Italia ha tutti gli strumenti per costruire una vera e propria filiera di produzione di celle per le batterie delle nuove automobili, che darebbe lavoro a tanti e tante. L’Europa e il governo italiano sono pronti a finanziare progetti di ricerca in tal senso, la Regione non può chiamarsi fuori, se vuole essere coerente con la sua dichiarazione di emergenza occupazionale: insieme ai parlamentari e agli europarlamentari, dobbiamo agire per attrarre i finanziamenti europei che permettano di portare in Piemonte una gigafactory di batterie”.

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