Il Piemonte non è Oz, Grimaldi: “presto un “salva mutui” per evitare gli espropri delle prime case”

diritti, Idee, lavoro, Regione, solidarietà TAGS / Casa, mutui, pignoramenti, Sfratti admin 28 giugno 2016

Anche se in lieve calo, i numeri riguardanti gli sfratti in Piemonte restano altissimi: secondo i dati rivelati da Ministero dell’Interno e Ape Confedilizia, nel 2015 nella sola provincia di Torino i provvedimenti di sfratto emessi sono stati 3.457; 3.373 quelli per morosità. Nel capoluogo, l’emergenza abitativa colpisce ancora circa 10.000 famiglie e, stando ai dati del 2014, in Piemonte 7.838 persone si trovano in condizione di vulnerabilità dal punto di vista abitativo, 20.074 in emergenza e 4.286 in condizione di disagio grave. D’altra parte, il tasso di disoccupazione nel 2015 in Piemonte è del 10,2% e a Torino è del 12,3%, nettamente superiore rispetto ai dati di Genova, Milano, Verona, Venezia, Bologna, Firenze e Roma.

Oggi, in Consiglio Regionale, il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi ha chiesto alla Giunta quante persone in Piemonte avessero perso la prima casa per mancato pagamento delle rate dei mutui e quali misure regionali esistano a sostegno di questi casi. Purtroppo i dati non sono ancora stati rilevati da nessuna ricerca; l’Assessore Ferrari ha però condiviso la necessità di procedere a una seria analisi sia delle politiche sia dello stato dei pignoramenti. Il Gruppo SEL ha pronto un disegno di legge per istituire a livello regionale “un fondo salva mutui” che affianchi il “fondo salva sfratti”, rivolto ai piemontesi che hanno perso reddito e lavoro. 
“In Italia gli espropri di case sono stati 55.860 nel 2015; in totale, nel triennio 2013-2015 sono stati effettuati 195.795 espropri” – ha ricordato in aula Grimaldi. 

La Corte di Giustizia Europea recentemente ha impedito alle banche e alle finanziarie, che abbiano stipulato contratti con i clienti provvisti di clausole vessatorie, di pignorare la prima casa. Allo stesso modo si era già espressa la Corte di Cassazione, ordinando a Equitalia di cancellare il procedimento di pignoramento nel caso in cui l’abitazione in questione sia la prima e unica di proprietà del debitore. 

“Come si può immaginare” – ha proseguito Grimaldi – “molti pignoramenti potrebbero essere nulli, anche in virtù delle clausole severe imposte da diverse banche negli anni passati. Considerate le scarse risorse economiche di coloro che subiscono un pignoramento e gli ingenti costi processuali necessari per difendersi in una causa di espropriazione, moltissimi cittadini e imprese subiscono passivamente il pignoramento dell’unica casa che hanno a disposizione o il pignoramento dei macchinari e delle attrezzature propedeutiche a esercitare l’attività di impresa.
Anche per questo – ha concluso – è necessario intervenire prima di trasformare famiglie e persone che hanno perso il reddito in ‘casi sociali’, servono misure di sostegno al reddito (reddito minimo di autonomia) e progetti come il “salva mutui”. Come dice Dorothy nel Mago di Oz, ‘Nessun posto è come casa mia’”.

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