… non farti sfuggire l’occasione di pagare per lavorare.

creatività, Idee, lavoro, Regione TAGS / gratis, lavoro, pagare, precarietà admin 28 aprile 2015

coglioneNO-zero-wow-webmagazine

I’ve seen things you people wouldn’t believe. E’ il nome del mio prossimo question time. Pagare per lavorare: ecco la nuova frontiera. Tutti abbiamo letto dei volontari per Expo 2015. Lavorare tutti, lavorare gratis! Ci volevano “Io non lavoro gratis per Expo” e Fiorella Mannoia per riportare Poletti sulla terra. Poi è arrivata RyanAir. La compagnia irlandese offre nuovi posti di lavoro, ma solo a chi ha 3 mila euro per pagarsi il corso di formazione. Spettacolo. Da quel momento ho capito che la crisi avrebbe moltiplicato le tentazioni di questo genere. Ora ho pronta l’interpellanza in Regione sull’ennesimo caso. Questa volta nel mondo del cinema. E’ possibile che la Film Commission non sia al corrente? Se lo è, perché non chiede spiegazioni, visto che è citata come soggetto finanziatore della produzione (l’opera è vincitrice del bando Short Film Fund 2014 della Film Commission Torino Piemonte)? Probabilmente mi diranno che è formazione e io citerò le prime righe esilaranti dell’appello: “Mechanismo: diventa assistente su un set di Louis Nero! Non farti sfuggire l’occasione di diventare l’assistente del regista Louis Nero, l’assistente del direttore della fotografia Davide Borsa, l’assistente della truccatrice Vanessa Ferrauto, l’assistente della scenografa Sara Ferraris!”.
Tutto per soli 500 euro, schiavi in mano. Marco Grimaldi

Vi tengo aggiornati.

ecco la promozione Mechanismo: diventa assistente su un set di Louis Nero!

http://www.taxidrivers.it/60800/news/mechanismo-diventa-assistente-su-un-set-di-louis-nero.html

__________________________

Tratto da Il MANIFESTO

rino. Dopo il lavoro gra­tis a Expo, ecco il lavoro a paga­mento: il caso del cor­to­me­trag­gio «Mecha­ni­smo», diretto da Louis Nero, che ha vinto il bando «Short Film Fund 2014». Per la Film Com­mis­sion Torino Pie­monte “i con­fini tra pro­du­zione cine­ma­to­gra­fica e for­ma­zione sono poco defi­niti”. L’interpellanza del con­si­gliere regio­nale Sel Pie­monte Marco Gri­maldi: “Era­vamo abi­tuati all’idea di stage gra­tuiti, adesso si pro­pone l’idea di pagare per lavorare”.

***
Vuoi lavo­rare come assi­stente alla regia? O alla foto­gra­fia? E ancora come truc­ca­tore, sce­no­grafo? Paga 500 euro. Que­sto è il costo per par­te­ci­pare alla lavo­ra­zione di «Mecha­ni­smo», un cor­to­me­trag­gio con la regia di Louis Nero, pro­ta­go­ni­sta Lou Castel. Pro­dotto dalla Louis Nero Film, in col­la­bo­ra­zione con Film Com­mis­sion Torino Pie­monte, il copione di «Mecha­ni­smo» è stato scritto da As Chia­nese, in col­la­bo­ra­zione con Louis Nero, e ha vinto il bando «Short Film Fund 2014» della Film Com­mis­sion Torino Pie­monte. Se a Milano si lavora gra­tui­ta­mente all’Expo, a Torino si paga per lavo­rare nel cinema. Acca­drà agli aspi­ranti aiuto regi­sti, ai foto­grafi del cinema, ai truc­ca­tori o agli sce­no­grafi per par­te­ci­pare ai sei giorni di lavo­ra­zione pre­vi­sti tra fine aprile e ini­zio mag­gio 2015.

Il pro­blema è capire se l’offerta riguardi un corso di for­ma­zione oppure un lavoro nel cinema vero e pro­prio. L’ambivalenza, per non dire la con­fu­sione, è sot­tile ed è dif­fi­cile distin­guere l’uno dall’altro. Sul maga­zine online taxi​dri​vers​.it, si può leg­gere un annun­cio, piut­to­sto enfa­tico, dove la richie­sta di per­so­nale per un set a Torino, e din­torni, non viene pre­sen­tata né come un lavoro, né come un work­shop, se non con una breve frase finale. Si parla, invece, di un’«esperienza», un’«avventura», un «viag­gio» per pren­dere parte alla rea­liz­za­zione di un film «leg­gen­da­rio». Dun­que non ad uno stage, ad un tiro­ci­nio o ad un per­corso di formazione.

«Più di un corso – si legge ancora — un vero e pro­prio viag­gio sul set di Mecha­ni­smo, cor­to­me­trag­gio ispi­rato al leg­gen­da­rio Phi­lip K. Dick e ambien­tato in un’affascinante società futu­ri­sta dove con­vi­vono uomini e androidi». Al ter­mine del testo, dopo il lungo elenco delle espe­rienze cur­ri­cu­lari degli arti­sti coin­volti nella lavo­ra­zione (il regi­sta Louis Neri, il foto­grafo Davide Borsa, la truc­ca­trice Vanessa Fer­rauto e la sce­no­grafa Sara Fer­ra­ris) viene anche assi­cu­rata la pos­si­bi­lità di disdire via mail l’iscrizione e con un rim­borso del 50% dell’importo fino a 10 giorni prima dell’inizio del seminario».

Il con­si­gliere di Sini­stra Eco­lo­gia e Libertà Marco Gri­maldi ha pre­sen­tato ieri un’interpellanza a rispo­sta orale al pre­si­dente del con­si­glio regio­nale Pie­monte dove chiede, tra l’altro, alla Film Com­mis­sion locale la con­ferma dell’effettiva esi­stenza di que­sta «offerta» di lavoro (o di for­ma­zione?) e se abbia preso le «debite distanze» da un qual­cosa che si allon­tana dal prin­ci­pio di «giu­sta retri­bu­zione» sta­bi­lito dall’articolo 36 della Costituzione.

La rispo­sta della Film Com­mis­sion, diretta da Davide Bracco, è arri­vata dopo poche ore. Con un lin­guag­gio palu­dato, il comu­ni­cato con­ferma l’attribuzione a «Mecha­ni­smo» di un con­tri­buto nell’ambito del Short Film Fund. Suc­ces­si­va­mente la pro­du­zione ha comu­ni­cato un «pro­getto di for­ma­zione». La Film Com­mis­sion ne ha preso atto «nel rispetto della libera atti­vità impren­di­to­riale», pub­bli­cando la noti­zia sul suo sito. «Si tratta — pre­cisa — di ini­zia­tive cine­ma­to­gra­fi­che svi­lup­pate sul ter­ri­to­rio e non diret­ta­mente da noi orga­niz­zate». E, infine, venendo al punto: «Siamo con­sa­pe­voli che le inte­ra­zioni tra pro­du­zione audio­vi­siva, pro­fes­sio­na­lità e per­corsi for­ma­tivi rap­pre­sen­tano un tema com­plesso e dai con­fini poco defi­niti, che Film Com­mis­sion tut­ta­via segue con attenzione».

«Biso­gna stig­ma­tiz­zare que­sti atteg­gia­menti — risponde Gri­maldi — La Film com­mis­sion non deve dare coper­tura, nè patro­cini, a un’iniziativa che ha die­tro non solo un’illusione ma è di fatto un rag­giro delle per­sone. Atti­rate dall’idea di un “viag­gio” o “un’esperienza”, in realtà sosti­tui­scono i lavo­ra­tori già poco retri­buiti. Non ci era­vamo ancora abi­tuati all’idea di stage gra­tuiti, adesso si pro­pone l’idea di pagare per lavo­rare e per fare curriculum».

Share on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Email this to someone