Gli studenti hanno fame di diritti!

Idee admin 8 novembre 2013

L’occupazione pacifica della mensa universitaria di via Principe Amedeo 48 da parte degli studenti torinesi coordinati dai rappresentanti di Studenti Indipendenti, AlterPolis e Movimento Borsisti è un atto di disobbedienza e protesta del tutto condivisibile, in difesa di un diritto fondamentale quale il diritto allo studio. Ci troviamo davanti all’ennesima prova del fatto che le politiche della Giunta regionale in materia non sono adeguate e non tutelano gli studenti, che rivendicano un maggiore sostegno al welfare studentesco da parte degli amministratori regionali e del Governo.

Il Gruppo Consigliare Regionale e il Gruppo Consigliare al Comune di Torino di Sinistra Ecologia Libertà hanno presentato ai rispettivi consigli un Ordine del Giorno, nel quale chiedono con forza di ripristinare i fondi per l’EDISU Piemonte per l’anno 2014 e di sostenere anche nei prossimi anni, come in passato, il 100% delle borse di studio per tutti gli studenti idonei (capaci e meritevoli e privi di mezzi come da DPCM in vigore, senza ricorrere alla sostituzione delle borse di studio con i prestiti d’onore), le aule studio, le residenze e le mense.

Chiediamo inoltre un segnale forte anche a livello nazionale, perché riteniamo che il Governo debba procedere a una riforma complessiva del sistema di diritto allo studio, con relativo investimento di risorse. Come rivendicano gli studenti stessi, vogliamo un bando unico nazionale che garantisca le medesime prestazioni senza differenze tra Regioni, l’istituzione di un’unica soglia ISEE di € 21.000 e di un importo minimo nazionale della borsa di studio e di importi massimi valutati in base al costo della vita locale, la costruzione di nuovi alloggi universitari, una seria lotta all’evasione fiscale sugli affitti in nero e contratti per studenti a canone ribassato, l’aumento di 350 milioni di euro del Fondo Nazionale per le borse di studio e l’eliminazione della figura dell’“idoneo non beneficiario” senza ulteriori incrementi delle tasse regionali, il non inasprimento dei criteri di merito per l’attribuzione della borsa di studio, l’aumento dei contributi per la mobilità internazionale per progetti come Erasmus e Leonardo, l’abolizione del prestito d’onore e l’immediato stanziamento delle risorse del Fondo per il Merito e del progetto DiamogliCredito – Diritto al Futuro sulle borse di studio, la costruzione di nuove mense che garantiscano qualità del servizio e costi accessibili a tutti gli studenti, l’abolizione della tassa per gli studenti con reddito tra i 21.000 e i 25.000 € e la progressività della stessa in base al reddito, l’implementazione dell’Osservatorio Nazionale e un costante monitoraggio del DSU in Italia.

In Parlamento Sinistra Ecologia Libertà, su iniziativa della deputata eletta in Piemonte Celeste Costantino, si è già mossa per il sostegno al diritto allo studio, presentando un emendamento al DL istruzione recentemente approvato alla Camera (ma che dovrà ancora essere discusso in Senato), affinché il 3% dei proventi delle lotte alle mafie venga destinato al fondo statale per il diritto allo studio. E’ un primo importante passo, ma serve una ristrutturazione organica e complessiva.

La formazione, la cultura e lo studio devono essere i pilastri della società che verrà, per questo è fondamentale sostenere il welfare studentesco, affinché nessuno sia lasciato indietro. L’eccellenza germoglia solo laddove ci sono eguali condizioni per tutti e tutte.

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tratto da il manifesto 2013.11.09 – 06 POLITICA & SOCIETÀ
TORINO

Tagli e sgomberi, si mobilitano gli universitari.

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Deriso, declassato, frustrato, dimagrito. Era il 1976 e Rino Gaetano cantava Mio fratello è figlio unico. Trentasei anni dopo, le stesse parole descrivono meglio di altre lo stato di salute del «diritto allo studio», eroso ogni anno di più. Ne sanno qualcosa gli universitari torinesi, che in questi giorni si mobilitano contro tagli e sgomberi. Ieri, un centinaio tra studenti e borsisti hanno occupato la mensa Edisu (Ente regionale per il diritto allo studio) di via Principe Amedeo – chiusa questa estate e «non per ristrutturazione», accusano – per manifestare contro le politiche dei governi Cota e Letta. Giovedì sera erano scesi in strada i ragazzi della Verdi 15 (insieme a centinaia di persone) per protestare contro lo sgombero dello stabile di via Farini, avvenuto in mattinata. Ex commissariato occupato un anno fa per dare un tetto ai borsisti senza più posto letto.
«Abbiamo fame di diritti, generiamo conflitti! Ribaltiamo il tavolo. Mensa liberata» è lo striscione appeso durante l’occupazione della mensa. Una vicenda che è l’apice dei tagli: la giunta regionale, guidata dal leghista Cota, ha ridotto i finanziamenti all’Edisu dagli oltre 26 milioni del 2009 ai 10 previsti per l’anno scorso. Politiche che hanno lasciato senza borse di studio e senza posto in residenza migliaia di studenti con il conseguente rischio d’abbandono degli studi. «Ora, in centro città, siamo pure privati del servizio ristorazione – spiegano Studenti Indipendenti e collettivo Alterpolis che hanno lanciato l’iniziativa -, la struttura non è chiusa per esigenze di ristrutturazione né per messa in sicurezza. La ditta a cui l’Edisu ha esternalizzato la gestione delle mense di via Galliari, via Amedeo e Lungo Dora, a seguito dell’aumento del costo dei pasti, con il conseguente crollo dell’utenza e quindi dei profitti, ha stabilito la cessazione del servizio. In parallelo, i tagli al trasporto e al servizio sanitario confermano l’intenzione della Regione di colpire il welfare. Senza dimenticare le responsabilità degli ultimi governi». Ieri, è stata sfornata la prima cena autogestita.
Il presidente dell’Edisu Umberto Trabucco, pronto a sporgere denuncia contro l’occupazione, controbatte all’accusa di aver chiuso per risparmiare: «Siamo stati costretti, c’è stato un calo del 50% di pasti serviti». In Regione e in Comune i gruppi di Sel hanno presentato un ordine del giorno: chiedono «di ripristinare i fondi Edisu per il 2014 e di sostenere anche nei prossimi anni, come in passato, il 100% delle borse di studio per tutti gli studenti idonei, le aule studio, le residenze e le mense».
E resiste la Verdi 15, nonostante lo sgombero di 48 ore fa, avvenuto un anno dopo il blitz delle forze dell’ordine, il 30 ottobre del 2012, nella residenza universitaria che era stata occupata da borsisti (diversi stranieri iscritti al Politecnico) e da studenti del Collettivo universitario autonomo. Là era iniziato un percorso di riappropriazione dei diritti allo studio, alla casa e al reddito, continuato in via Farini. La polizia ha sfondato i cancelli prima delle 8 di mattina ed è entrata in assetto antisommossa dal retro della struttura: 24 ragazzi identificati e due arrestati per resistenza a pubblico ufficiale. Ma la storia della Verdi 15 continua: domenica presidio sotto il carcere in solidarietà degli arrestati, se non verranno rilasciati prima. E il 15 studenti universitari e medi torneranno in piazza in una mobilitazione europea per chiedere un’inversione di marcia sull’istruzione pubblica.

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