L’ACQUA DEVE RESTARE UN BENE COMUNE

Idee admin 9 luglio 2012

Un lungo lavoro di tanti e una piccola grande vittoria di tutti.

http://www.comune.torino.it/cittagora/article_11018.shtml

Il Consiglio comunale ha approvato questo pomeriggio una mozione che impegna Sindaco e Giunta ad attivarsi per far rimanere l’acqua un bene pubblico ed escluderla dal pacchetto di liberalizzazioni, così come deciso dal voto di 26 milioni di italiani con il referendum del 12 e 13 giugno 2011.

Come sostengono i firmatari del documento, nessuna esigenza dettata dalla crisi può violare l’esito di una consultazione democratica, garantita dalla Costituzione, espressione della maggioranza assoluta del popolo italiano.

Il testo, in particolare, chiede che Sindaco e Giunta si attivino presso l’ANCI affinché tutti i Comuni chiedano al Governo Monti di non inserire la gestione pubblica delle risorse idriche nei provvedimenti su liberalizzazioni e privatizzazioni e presso l’Autorità d’Ambito e il Consiglio di Amministrazione di Smat per l’eliminazione della voce “remunerazione del capitale investito” dalle bollette.

La mozione richiede inoltre il rispetto della delibera del Consiglio comunale, già discussa e approvata, che prevedeva la concentrazione delle quote Smat in capo alla Città di Torino, con il servizio idrico gestito senza scopi di lucro nel rispetto dello Statuto della Città.

La mozione, primo firmatario Marco Grimaldi (SEL), è stata approvata con 20 voti favorevoli, 4 contrari e 2 astenuti.

(G.G.) – Ufficio stampa Consiglio comunale

La foto è tratta dalla campagna di http://www.torinosistemasolare.it disegnata dai TRULY DESIGN

PROPOSTA DI MOZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TORINO

Oggetto: L’Acqua è un bene comune, SMAT non verrà privatizzata.

Il Consiglio Comunale di Torino,

PREMESSO CHE:

La VI commissione ha iniziato a discutere con gli assessori competenti, le associazioni e i cittadini circa il rispetto degli esiti dei Referendum del 12 e 13 Giugno 2011;

  • Il 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donne e uomini hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto;
  • A questa straordinaria esperienza di democrazia il precedente Governo Berlusconi ha risposto con una violazione di fatto del voto referendario, riproponendo alcune norme “sulla gestione in house” abrogate, con l’esclusione del servizio idrico integrato;
  • Sulle liberalizzazioni dei servizi pubblici il testo approvato affidava al Governo (tramite il Prefetto) il potere sostitutivo in caso di inadempienza degli enti locali, potere da esercitare allo scadere di un termine perentorio «al fine di realizzare un sistema liberalizzato dei servizi pubblici locali di rilevanza economica in piena concorrenza nel mercato e di perseguire gli obiettivi di liberalizzazione e privatizzazione dei medesimi servizi»;
  • Il suddetto testo approvato dal Parlamento rafforzava la manovra di agosto, che già imponeva agli enti locali di procedere alle liberalizzazioni e all’affidamento con gare dei servizi pubblici entro il 31 Marzo;
  • Come sostengono i primi firmatari dell’appello promosso dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua << GIÙ LE MANI DALL’ACQUA E DALLA DEMOCRAZIA! >> Stefano Rodotà, Ugo Mattei, Luca Nivarra, Gustavo Zagrebelsky, Roberto Vecchioni, Gaetano Azzariti, Alberto Lucarelli, Riccardo Petrella, Maurizio Pallante, Valerio Mastandrea, Pietro Sermonti, Gino Strada, Marco Paolini, Don Andrea Gallo, Dario Fo, Padre Alex Zanotelli, Luciano Gallino “nessuna “esigenza dettata dalla crisi” può impunemente violare l’esito di una consultazione democratica, garantita dalla Costituzione, nella quale si è espressa senza equivoci la maggioranza assoluta del popolo italiano”.

CONSIDERATO CHE:

  • Un emendamento, votato a larga maggioranza, alla delibera “Riordino del gruppo conglomerato città di Torino – programmazione economico-finanziaria 2011-2012” e 13° punto alla mozione di accompagnamento impegnava la Città di Torino a: “dar seguito all’esito del Referendum del 12 e 13 giugno 2011 completando il percorso di concentrazione delle partecipazioni delle quote SMAT S.p.a. direttamente in capo alla Città di Torino avviando con l’Autorità d’Ambito e la Provincia di Torino un tavolo di lavoro sul futuro assetto del servizio idrico integrato fermo restando la totale proprietà e gestione interamente pubblica delle risorse idriche sul nostro territorio”.

CONSIDERATO ALTRESI’ CHE:

  • lo Statuto della Città di Torino indica, tra le finalità che il Comune persegue nell’esercizio delle proprie attribuzione, la seguente:

assicurare il diritto universale all’acqua potabile attraverso la garanzia dell’accesso individuale e collettivo dei cittadini alla risorsa”.

  • grazie alle opposizioni politiche istituzionali e sociali, il Governo Monti ha rinunciato al provvedimento che vietava la gestione del servizio idrico attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali.

Tutto ciò premesso, il Consiglio Comunale di Torino,

IMPEGNA

il Sindaco e la Giunta a:

  • attivarsi presso l’ANCI perché tutti i comuni italiani intervengano con determinazione chiedendo al Governo Monti di non inserire la proprietà e la gestione pubblica delle risorse idriche nei prossimi provvedimenti sulle liberalizzazioni e privatizzazioni, prendendo immediata posizione per il rispetto del voto democratico del popolo italiano;
  • rispettare la deliberazione del Consiglio Comunale dando ”seguito all’esito del Referendum completando il percorso di concentrazione delle quote Smat direttamente in capo alla città di Torino avviando con l’Autorità d’Ambito e la Provincia di Torino un tavolo di lavoro sul futuro assetto del servizio idrico integrato fermo restando la totale proprietà e gestione interamente pubblica delle risorse idriche sul nostro territorio” al fine di evitare qualsiasi tentativo di privatizzazione o liberalizzazione rispettando lo statuto della Città che già prevede “che la gestione del servizio idrico integrato sia operata senza scopo di lucro”;
  • attivarsi presso l’Autorità d’Ambito e il c.d.a. di SMAT per eliminare la voce “remunerazione del capitale investito” in attuazione della lettera del secondo quesito referendario del 12 e 13 Giugno 2011.

Marco Grimaldi

Michele Curto

Marta Levi

Luca Cassiani

Domenico Carretta

Giovanni Porcino

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